Contributo: C'era una volta il treno!


Pubblichiamo una testimonianza che condividiamo a pieno, soprattutto nella parte finale, in quanto da tempo sosteniamo che la riattivazione della Sicignano-Lagonegro non è altro che una questione legata alla volontà politica.

…C’ERA UNA VOLTA IL TRENO! 
(La chiusura del tratto ferroviario Lagonegro – Salerno 
 ha inferto una ferita per gli abitanti del Vallo di Diano 
e del Cilento mai rimarginata) 

Sul volto degli emigrati del Venezuela, dell’Argentina, del Brasile, degli Stati Uniti d’America e dei tanti partiti dal Vallo di Diano e dal Cilento che sono disseminati in tutte la parti del mondo, quando ritornano in Italia nei loro paesi d’origine puoi cogliere, oltre alle impressioni di stupore e di soddisfazione per le tante realizzazioni che sono intervenute nella zona (alcune buone, altre meno) la sensazione di una mancanza, di una perdita di un punto di riferimento, di un segno di riconoscimento e di appartenenza -Il treno …dov’è? Chi ve lo ha portato via? Perché avete permesso una “porcheria” simile? 

Non c’è giustificazione che tenga. La colpa per loro, è innanzitutto dei cittadini residenti, amici, parenti, conoscenti che non hanno saputo presidiare il territorio, si sono fatti rubare il treno, si sono fatti spogliare di un servizio e di una risorsa, per la cui realizzazione essi, gli emigrati, un tempo avevano lottato e contribuito . 

Depredati, defraudati dagli “amici” italiani, si sentono emigrati in casa propria . Anche gli adulti e, più ancora, gli anziani nelle loro conversazioni,quando la TV è spenta e i giovani trovano un po’ di tempo per ascoltare, nel ricordare la chiamata al servizio militare e la cartolina –precetto con l’indicazione della stazione di partenza e quella di arrivo che coincideva ,il più delle volte, con la prima uscita dal perimetro del proprio paese, il loro primo viaggio , malinconicamente ripensano al treno di una volta. Stazione di Montesano sulla Marcellana, Padula, Teggiano- Sassano, Sala Consilina, Atena Lucana, Polla, Petina, Sicignano deli Alburni, Eboli, Battipaglia…. con destinazione Salerno.Uno scippo, un furto anche per loro! 

Ricordo con nostalgia il rumore delle rotaie, la carezza dell’aria pulita del primo mattino che entrava dal finestrino e gli odori di gelsi, di more e di messi mature quando il treno, sbuffando, si incuneava nelle vallate tra i monti del Pollino e del Cervati, seguendo il percorso del Tanagro e, dopo aver lambito le Grotte di Pertosa e costeggiato il massiccio degli Alburni, si immetteva nella piana del Sele e giungeva alla stazione di Salerno,destinazione finale e sua ultima tappa. Non era disagevole il percorso né noioso il tempo di percorrenza sul tratto ferroviario Lagonegro-Salerno. Si incontravano amici di vecchia data, si coglieva l’occasione per farne di nuovi, si sfogliava con tutta calma le pagine di un giornale, si attendeva alla lettura di un buon libro. Magia del gigante di ferro: avvicinava al prossimo ed educava la mente! Non era nemmeno un ramo secco! Secche furono le teste di rapa dei politici romani con buona pace e accondiscendenza dei nostrani! 

 Con la sue tre corse giornaliere e con un numero di passeggeri che affollavano gli scompartimenti dei due vagoni e con la merci trasportate, il simpatico trenino si guadagnava il suo pane quotidiano e il diritto ad esistere. Apprendo che alcune associazioni del Vallo, delle quali non mi sento autorizzato a fare nome, hanno rispolverato l’argomento. A riprova che lo scippo non è stato digerito e la ferita è ancora aperta. Le congratulazioni e la solidarietà più convinta . Un consiglio però, se posso permettermelo: portate avanti le vostre idee e i vostri convincimenti in piena autonomia ; non vi affidate ai politici, nuovi o vecchi che siano. I primi si butteranno nella mischia per non vedersi scavalcati con promesse che non manterranno, i secondi sulla questione hanno già dato prova di sé!

Salvatore Colombo 

Nota: già pubblicato sul “Corriere a sud di Salerno” qualche tempo fa. Lo ripropongo ritenendolo ancora attuale e affinché non subentrino le rassegnazione e l’indifferenza sulla questione.

La risposta del Comitato su Uno Web TV

 Cliccando sul link apparirà il video con la nota ufficiale del Comitato in seguito alle dichiarazioni di Rubino sui freccia-rotta. 

Precisazione sulle dichiarazioni odierne riguardanti la linea ferrata Sicignano-Lagonegro


E’ sempre “piacevole” – tra virgolette - vedere come la politica sia in grado di sminuire con delle parole - che ci auspichiamo siano semplicemente non pensate e avventate - un paziente e costante lavoro da parte di semplici cittadini che si impegnano quotidianamente; e al contrario dei politici stessi, senza ricevere alcun rientro né economico né elettorale, per il bene comune e per l’amore nei confronti della comunità del Vallo di Diano. Al di fuori delle logiche di palazzo e esterno ad ogni tipo di interesse personale, il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro apprezza l’ironia abbinata alla questione ferroviaria e intende mantenere in toni pacati e altrettanto ironici il dibattito. 

Spunto di riflessione è la dichiarazione a UNO WEB TV del sig. Gaetano Rubino, in quota DFC, che dall’alto della sua esperienza ha ritenuto opportuno prendere in giro i cittadini con una frase sarcastica sulla ferrovia, apostrofando un ipotetico Minuetto valdianese come "un freccia rotta". Non sappiamo – e non ce lo chiediamo nemmeno - dove voglia arrivare chi continua a propinare, alla faccia dell’ecologia e della civiltà, il trasporto su gomma in luogo di quello su ferro. E non sappiamo non si inverta la tendenza investendo su dei servizi pubblici ecologici, puliti, sicuri e utili a tutta la comunità. 

Per inciso, con l’incontro avuto alla sede delle Ferrovie con l’Amministratore Delegato di FS ITALIANE Mauro Moretti è emerso il problema dei passaggi a livello, tutti completamente automatizzabili, che verrà risolto con l’impegno degli enti locali intenti all’eliminazione degli stessi sulle strade interpoderali, utilizzando la viabilità parallela alla linea. Tanto per dare un termine di paragone, sulla linea Napoli-Salerno, capolinea dell’AV, (54 km, via Cava de’ Tirreni), ci sono ben 40 passaggi a livello eppure i treni camminano più velocemente che a passo d’uomo. Per quanto riguarda la velocità massima, consigliamo un confronto con gli esperti della linea, per saggiare se si possa arrivare solo a 40 km/h o a 130 km/h, specie tra Polla e Montesano, come qualche autorevole addetto ai lavori ribadisce da tempo. 

Il sig. Gaetano Rubino incarna perfettamente l’essere pirandelliano che si sofferma al comico, ovvero l’avvertimento del contrario: ha capito come suscitare il riso e lo fa soffermandosi alle apparenze. Il Comitato, che però conosce meglio la poetica di Pirandello, risponde con l’umorismo, che è il sentimento del contrario e che è abbinato ad una profonda riflessione. Amara, nel caso specifico della ferrovia Sicignano-Lagonegro. Rivelatrice degli inganni. 

Resta inteso – ed è bene precisarlo perché non saliamo su nessun piedistallo al contrario di molte dichiarazioni leggere e onnipotenti– che è legittimo avere pareri discordanti ma sarebbe opportuno esprimersi con un pizzico in più di rispetto verso quello che è un lavoro che parte da lontano, tra mille difficoltà, e che sta vedendo il coinvolgimento di cittadini, imprenditori, sindaci, parlamentari e quant’altro per riavere un sacrosanto diritto che è quello alla mobilità su ferro. Inoltre, e concludiamo, ricordiamo che il PTC della Provincia di Salerno, che prevede anche il ripristino della tratta ferrata Sicignano-Lagonegro, è stato scritto e approvato anche da DFC (PDL?): sarà stata una clamorosa svista quella dei passaggi a livello?
CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DELL'INTERVENTO SUI 'FRECCIA ROTTA'

Resoconto dell'Audizione in Regione


Come richiesto dall'On. Donato Pica si è svolta alle ore 12 presso la sede del Consiglio Regionale della Campania l'audizione sul ripristino della ferrovia Sicignano-Lagonegro in commissione trasporti. La seduta coordinata dal Presidente Raffaele Sentiero ha visto la partecipazione degli Onorevoli Pica, Mucciolo e Baldi, della dott.ssa Iasuozzo in sostituzione dell'Assessore ai trasporti Sergio Vetrella, di Giuseppe Verga in rappresentanza del Comitato pro ferrovia, e dei rappresentanti dei pendolari valdianesi. L'On. Donato Pica (PD) oltre a parlare delle attività messe in campo dal nostro Comitato, ha fatto notare che negli ultimi mesi c'è stata attenzione sulla ferrovia da parte del gruppo FS, che è in corso d'opera lo studio di fattibilità ed ha illustrato i tentativi fatti nel passato non molto lontano evidenziando la chiusura totale del precedente Assessore regionale ai trasporti Cascetta a qualsiasi ipotesi di ripristino. Pica motiva l'audizione affermando che l'argomento dev'essere sostenuto dall'ente vista la rilevanza dell'infrastruttura e di seguire la strada dei fondi europei in vista della prossima programmazione. A tal riguardo fa notare che ci sono 30 miliardi di euro dei fondi attuali da spendere entro il 2015. Solleciterà gli organi competenti per inserire la tratta nel CIS della linea ferrata Salerno- Reggio Calabria. Il suo intervento si è chiuso dicendo che il Cilento è più sviluppato proprio grazie alla presenza della ferrovia e che ora è arrivato il momento di sapere qual è la posizione della regione. Subito dopo ha preso la parola l'On. Giovanni Baldi (PDL) che ha espresso vicinanza alla popolazione valdianese e parere favorevole alla riattivazione auspicando apertura al dialogo da parte della regione e che il percorso da seguire è quello dei fondi europei. L'On. Gennaro Mucciolo (PSE), con il supporto del suo gruppo consiliare, non condividendo le scelte politiche in tema di trasporti dell'Assessore Vetrella, visto il rapporto ferroviario esclusivo che c'è tra Napoli e dintorni lasciando fuori le altre province, ha dichiarato che per la nostra ferrovia se facessimo un discorso puramente costi/ricavi non arriveremmo da nessuna parte. Ha fatto notare che la mancanza del treno sul territorio ha fatto attrezzare conseguentemente le aziende su gomma e che la nostra è una realtà popolosa e che quindi ci potrebbe essere un uso intensivo del treno. In seguito alla sua proposta, ci sarà una nuova audizione ma con la presenza delle due regioni, delle Ferrovie dello Stato e degli imprenditori, in modo da avviare un percorso per vedere se c'è la volontà politica per la riattivazione della linea. La dirigenza dell'assessorato ai trasporti ha evidenziato la non fattibilità valutando l'aspetto costi/ricavi ma ha lasciato aperto il dialogo in termini di opportunità territoriale auspicando il massimo impegno degli amministratori locali di ogni ordine e grado. Durante l'audizione c'è stato spazio per un lungo intervento da parte di Giuseppe Verga, del direttivo del comitato pro ferrovia, in cui si è parlato di coesione territoriale e opportunità di sviluppo. La versione integrale è pubblicata di seguito.
 Il Comitato ritenendo positivo l'incontro odierno e ringraziando tutti gli intervenuti, ma in particolare l'On. Pica che ha promosso l'incontro, auspica che il nuovo incontro avvenga entro il mese di giugno per ottenere subito delle risposte da chi deciderà il futuro non solo della ferrovia ma dell'intero territorio che ne è attraversato. 

L'INTERVENTO integrale DI GIUSEPPE VERGA:
"Spettabili Signori, 
il rilancio dello sviluppo della Campania passa anche per il Vallo di Diano che è lontano dai grandi centri e quindi dai servizi. E' vostro obbligo raccogliere le sollecitazioni del territorio e porle al centro del dibattito politico e culturale. La tutela del territorio funziona solo quando è promossa dalla popolazione che sta in quel territorio, che se ne sente parte e custode. Ora abbiamo una grande chance per valorizzare il policentrismo e la diversità culturale del Vallo di Diano. La nostra visione di ferrovia si esprime in possibilità di sviluppo, attrattività del territorio, voglia di starci, ragione di viverci e investirci vita e risorse. Nel passato, quando si poteva fare molto, tante cose non sono avvenute perchè ci sono state classi dirigenti che non è che non hanno saputo fare, ma che non hanno voluto fare, è venuto a mancare il rapporto tra il territorio e i poteri centrali. Gli amministratori locali, provinciali e regionali del passato sono stati artefici di “comunitarismo chiuso”, lasciando nel sottosviluppo il comprensorio, trascurando l'importanza dell'aggregazione intercomunale, non puntando mai alla Città Vallo, unica strada per il vero riscatto del territorio. 

Il nostro territorio è stato un buon esempio di decadenza del clima sociale e morale, i nostri paesi purtroppo sono stati amministrati dagli stessi attori che ne hanno scritto il declino, perchè hanno avuto come motto l' idea di “piccolo paese - piccola vita”. E' arrivato il momento di rovesciare questo motto. Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo, le scelte di programmazione vanno fatte coinvolgendo la popolazione. Diffidiamo dagli amministratori che non valorizzano il proprio territorio e da quegli amministratori che parlano solo di problemi economici. Oggi ci troviamo di fronte una realtà opposta rispetto al passato, i sindaci del nostro comprensorio sono proiettati verso il futuro ed uniti, uniti molte volte a combattere contro soggetti esterni al territorio che vogliono estrarre rendita e quindi speculare senza ricaduta positiva per chi ci vive. Ricordo la costruenda sottostazione elettrica in pieno centro abitato a Montesano, i progetti di di mega impianti eolici devastanti i nostri crinali e i progetti di estrazione petrolifera. Riflettiamo sugli errori del passato sulla cosa pubblica e sugli effetti tangibili oggi. Serve un progetto di riqualificazione del Vallo di Diano non solo nei trasporti, ma anche negli altri servizi essenziali come scuola, sanità, giustizia, ambiente,sicurezza e soprattutto strade che essendo quasi sempre dissestate sono causa di incidenti mortali. Il fenomeno del declino del Vallo di Diano si è manifestato con lo spopolamento, con l'abbandono delle terre agricole, abbandono dei pascoli, l'invecchiamento popolazione. Siamo in un territorio sospeso tra pericoli ed opportunità. Noi vogliamo un'azione per il Vallo di Diano, i nostri paesaggi non dobbiamo venderli ai nuovi padroni del vento, dobbiamo essere premiati, non dimenticati e ricordati forse quando ci sono le catastrofi. Il nostro patrimonio intellettuale deve rimanere sul territorio. Il Vallo va visto dall'interno, non da Napoli o da Roma. La capacità di attrazione è correlata alla capacità di offrire servizi di base. E' solo la politica economica che può modificare il destino del Vallo, le politiche pubbliche possono fare la differenza. Siamo prossimi ai fondi comunitari 2014-20, sono uno strumento di attivazione e propulsione ai fondi ordinari, vi invitiamo ad usarli non solo per il porto di Napoli o per la metropolitana di Napoli, ma anche per la nostra ferrovia, che anche se distante da Napoli, ricade in un territorio che è ancora regione campania. La zonizzazione della Campania nella ripartizione delle risorse economiche è la causa del sottosviluppo di un territorio troppo lontano dai palazzi del potere. Viviamo forse in un'area sfigata? Siamo cittadini di serie B? La conoscenza di chi vive i territori è essenziale. Questo problema di rarefazione dei servizi va affrontato e risolto. 

Bisogna riequilibrare la distribuzione della popolazione sul territorio, solo la presenza costante della popolazione sul territorio può salvaguardare i servizi, le imprese e il territorio stesso. Bisogna ricostruire un rapporto fiduciario tra i comuni e gli enti centrali. Si vive in un posto se ci si sta bene. Dobbiamo essere competitivi, dobbiamo far venire la voglia di venirci a vivere. La forte diversificazione naturale, climatica e culturale del Vallo di Diano e il suo accentuato policentrismo costituiscono un tratto distintivo della nostra regione, siamo distanti da centri di agglomerazione e di servizio ma al tempo stesso dotata di risorse che mancano alle aree centrali con elevato potenziale di attrazione. Abbiamo bisogno di un modello economico e sociale coeso, che sappia assicurare un modello di vita competitivo con quello offerto dalle grandi aree urbane e sia aperto ai contributi esterni. 

La ferrovia fa parte di questo modello. Una valorizzazione adeguata del Vallo di Diano può consentire nuove, significative opportunità di produzione e di lavoro. Bisogna dare forza, riconoscimento e propulsione a ciò che è già in corso; bisogna promuovere una visione culturale della straordinaria qualità di vita che il Vallo di Diano e il Lagonegrese possono assicurare. Solo un forte coordinamento fra Governo, Regione Campania e Basilicata, prevedendo un ruolo centrale dei Comuni, può far raggiungere questo risultato. Bisogna trovare il modo di far rimanere i giovani sul territorio, è l'ostacolo più grande da superare. Ma come far stabilire i giovani sul luogo? l'unico sistema è fornire lavoro a loro. La competitività del comprensorio dipende moltissimo dalla sua qualità e dalla sua vivibilità, dipende moltissimo dai sistemi di trasporto pubblico che deve essere efficiente e adeguato ai livelli di accessibilità necessari per le diverse aree. Visitando le città europee, grandi e non, si ha netta la sensazione che più che tagliare bisognerebbe investire nuove risorse per rendere le nostre città e metropoli più simili a quelle in termini di infrastrutture, di quantità e qualità dei servizi erogati. E' certamente difficile proporre investimenti in un Paese in crisi che sta tagliando per sopravvivere; ma la crisi non è solo italiana e può essere una opportunità per attivare meccanismi virtuosi, tagliare costi inutili e sprechi, reperire risorse in altri modi. 

 Il problema dell’efficientamento e più in generale della riduzione del rapporto tra i costi di produzione del servizio e i ricavi ottenuti dalla sua vendita deve essere raggiunto con interventi di pianificazione integrata trasporti-territorio atti ad aumentare da un lato le prestazioni del TPL e dall’altro la sua efficacia come sistema e la sua capacità quindi di competere, efficientamento in termini di integrazione gomma ferro, cioè di una progettazione integrata che eviti le sovrapposizioni e ottimizzi i servizi di adduzione. Da sempre il trasporto quale servizio di congiunzione tra i diversi luoghi ha rappresentato una opportunità di crescita delle popolazioni. E la crescita è stata maggiore quanto maggiori sono state le reti di collegamento a disposizione. Se si osserva lo scenario del Vallo questo concetto sembra si sia dimenticato. Le dorsali ferroviarie costituiscono il primo reale contributo allo sviluppo socio economico della popolazione. 

Non stiamo parlando di una ferrovia che non esiste ma di una ferrovia che è stata strappata al territorio. L'attività del trasporto costituisce la spina dorsale dello sviluppo regionale ed in questa logica deve essere sostenuto dalle scelte che la politica si trova ad operare in questi tempi. Riteniamo anche che deve essere compreso che non necessariamente le attività di trasporto devono essere sempre e subito comunque redditizie. La redditività di una linea si misura non solo dalle frequentazioni o dalla comparazione costi/ricavi. Vanno valutati i risvolti sociali di questi servizi resi alla collettività e assicurarli soprattutto a chi come noi è rimasto a presidiare un territorio interno e svantaggiato. Chiudo chiedendo che ci venga dato ciò che ci spetta come previsto dall'ultimo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno e dal Piano Territoriale Regionale del 2006 e citando quanto scritto sulla raccolta di norme della Comunità Europea sui trasporti : “L'integrazione dello spazio europeo si realizza attraverso il diritto alla mobilità per tutti...i trasporti rivestono in effetti una dimensione sociale e di coesione, grazie alla riduzione delle disparità regionali, alla rottura dell'isolamento e all'accesso alla mobilità per le persone con disabilità”.

Continuano le attività del Comitato


Nella giornata di domani 6 giugno si terrà un'audizione alla Regione Campania, convocata dall'on. Donato Pica, in cui si parlerà della ferrovia Sicignano-Lagonegro. La questione, dopo essere stata sollevata a livello nazionale da ben due interrogazioni parlamentari, una per ogni camera, adesso approda anche in Regione nella speranza che si tratti di un colloquio fruttuoso e produttivo e non di chiacchiere al vento. Il Comitato sarà presente con una delegazione per dire la sua in proposito e ribadire la necessità di un ripristino.

Dovrebbe intanto avere i giorni contati l'uscita dello studio di fattibilità promesso da Mauro Moretti e promosso da RFI. Lo studio, improntato al minimo costo, terminerà una volta per tutte il balletto di cifre sul ripristino.

Sempre nella giornata di domani il Comitato incontrerà l'Associazione La Ferrovia e il Comitato Pendolari Vallo di Diano per formulare una proposta unica e proposta di modifica all'autoservizio sostitutivo, i cui orari cambieranno a partire dal 9 Giugno 2013 e sono già disponibili indicando l'apposita data sul sito di Trenitalia. A breve saranno on line anche sul nostro blog.