Rassegna stampa: "Il Mattino" sulle prime attività del Comitato

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Intanto il comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro comunica di aver raggiunto l'analogo accordo sul documento di intesa anche per quanto riguarda il comune di Sanza.  Un ringraziamento va al sindaco Francesco De Mieri. Sono allo studio intese e proposte di delibere dei Consigli Comunali interessati per chiedere il ripristino della linea da parte di tutti i comuni del Vallo di Diano. Bisogna infatti partire da una forte base istituzionale locale per poi 'scomodare' i piani alti presentando la volontà decisa della comunità valdianese nel rivolere la sua ferrovia. Le trattative per una strada tutta in salita sono appena cominciate.
Il Comune di Sanza (SA)

Riattivazione della Sicignano-Lagonegro: firmato documento d'intesa tra il comune di Pertosa e il Comitato

Le grotte di Pertosa, vanto per tutto il Sud.

Sono ore di fervente attività per il comitato pro ferrovia. Si sta lavorando, di comune accordo con i sindaci e la Comunità Montana Vallo di Diano, al fine di stilare documenti d'intesa da presentare alle autorità competenti. Oltre al progetto per il comodato d'uso delle stazioni della linea, si sta procedendo a rapide falcate anche verso gli iter burocratici della riattivazione effettiva della tratta. Con il Comune di Pertosa, a cui va un ringraziamento particolare nella persona del sindaco Michele Caggiano, è stato firmato un documento di intesa valido a tempo indeterminato per quanto riguarda la necessità del ripristino della linea. Tale documento è allo studio anche della Comunità Montana Vallo di Diano e di altri comuni e presto dovrebbero giungere anche delle delibere dei Consigli Comunali per chiedere la riattivazione. Un primo passo, che deve venire necessariamente dalla sfera locale, come ricordato dagli stessi vertici di RFI negli anni addietro, per poi alzare l'attenzione a livello nazionale e rivolgersi sia a Trenitalia che alle istituzioni.

Questo, in sintesi, quello che si richiede nel documento di intesa:

SI RICHIEDE


§  La RIAPERTURA al traffico ferroviario della linea  Sicignano – Lagonegro, opera infrastrutturale con PRIORITA' ASSOLUTA e INDISPENSABILE  per lo sviluppo economico-turistico del territorio nonché  per la mobilità  tra il capoluogo di Provincia Salerno ed il Vallo di Diano, sia per i viaggiatori pendolari che per i collegamenti (coincidenze ferroviarie) con l'Alta Velocità .

§  L’avvio di un iter da parte degli organi competenti che coinvolga i comuni e gli enti locali interessati, RFI, le associazioni turistiche presenti sul territorio al fine di lavorare nella direzione di una riattivazione a breve termine proponendo un progetto comune che miri ad un’allocazione di risorse finanziarie da parte del CIPE e dell’UE per gli anni 2014-2020.

§  Una risposta concreta alle esigenze delle amministrazioni comunali dei paesi interessati dalla tratta costretti a dover rinunciare ad un diritto come quello del trasporto pubblico su ferro.

§  Un intervento nella consapevolezza che un trasporto inesistente (su ferro) o inefficiente (in genere) comporta anche un ostacolo per gli studenti del territorio e un depotenziamento del diritto allo studio.

§  La riconsiderazione dello studio di fattibilità presentato dal Gruppo Ferrovie Italiane nel 1999 e il relativo aggiornamento in relazione alle esigenze sopraggiunte e alla situazione attuale, con conseguente aggiornamento delle spese e degli interventi funzionali al ripristino della tratta ferroviaria.

Ribadendo la necessità di un collegamento ferroviario tra il Lagonegrese/Vallo di Diano/Monti Alburni e Salerno, i sottoscritti approvano questo documento di intesa puntando a mettere in campo in sinergia tutte le possibili iniziative volte al ripristino della tratta ferrata Sicignano-Lagonegro e chiedendo risposte concrete sulla questione sollevata.

E il bivio per Lagonegro fu segato dalla rete italiana del Sud

E' evidente come il binario e lo scambio siano stati 'tagliati' dalla linea per Potenza.
Immagini eloquenti: il bivio Zuppino o Castrocucco o Sicignano, che faceva diramare dalla Battipaglia-Potenza la ferrovia per Lagonegro, è stato completamente tagliato per una lunghezza di circa 40 metri. Il lavoro è stato compiuto nel mese di Giugno 2012. Le foto scattate sul luogo del delitto sono sicuramente più che negative. Si continua a funestare una ferrovia che meriterebbe di rinascere, si continua a dimenticare il diritto alla mobilità e al treno proprio di ogni cittadino. Continueremo a lavorare e proporre progetti per arrivare al ripristino, anche se immagini come queste fanno male, fanno riflettere, fanno pensare e anche tanto. Un ringraziamento all'autore delle foto che si è impegnato per farcele avere. Certo è che segare il bivio per Lagonegro dalla rete ferroviaria italiana del Sud è un bruttissimo presagio. La questione verrà approfondita dal Comitato.
Dettaglio dello scambio segato e lasciato in disparte dalla linea proveniente da Battipaglia

Un progetto per le stazioni della Sicignano-Lagonegro

La stazione di Polla nel novembre 2012: complimenti alla Pro Loco.

Le stazioni della ferrovia Sicignano-Lagonegro sono tra i luoghi più inospitali dell'intero Vallo di Diano. Petina è invasa dalla vegetazione, Sala Consilina è murata e sprangata, Atena Lucana non se la passa di certo meglio, Sassano-Teggiano sta crollando e ha il tetto sfondato. Da questa situazione insostenibile e poco dignitosa nasce la volontà da parte del Comitato per la riattivazione della ferrovia valdianese di recuperare gli scali, ridando loro una nuova primavera, così come successo a Polla grazie alla Pro Loco (nella foto la stazione pollese come si presenta oggi).

Come già ampiamente testimoniato, a Polla, la Pro Loco Tanagro Pollese ha preso in comodato d'uso lo scalo occupandosi della pulizia e restituendo la giusta dimensione ad uno stabile da troppo tempo dimenticato. Il progetto del Comitato consiste proprio in questo: seguire il modello pollese. Dato che in caso di riattivazione della linea non sarebbero sicuramente presenziate tutte le stazioni, è in atto un progetto che mira a far prendere a tutti i comuni della linea le stazioni in comodato d'uso gratuito, stipulando un semplice contratto con Ferservizi.

Ciò oltre a togliere dall'incuria le stazioni stesse, porterebbe al recupero: piccola manutenzione, pulizia del primo binario, disboscamento e quant'altro sono tra le clausole del contratto da stipulare con le ferrovie. Inoltre, si potrebbero finalmente riaprire al pubblico le sale d'attesa, purtroppo inaccessibili anche per chi beneficia degli autobus sostitutivi. Se i comuni appoggeranno il progetto, presto non ci saranno più stazioni come cattedrali nel deserto ma luoghi ospitali, con presenza di associazioni, puliti e dignitosi, in attesa di un treno che potrebbe tornare a passare.

Il progetto è in cantiere, si sta lavorando, molto conterà anche la volontà degli enti locali: dopo tante promesse e tanta disillusione potrebbe essere il modo di dare un segno a quanti ormai non sperano più in un concreto impegno delle istituzioni per il ripristino della Sicignano-Lagonegro.

Intervista ad Antonio Gagliardi, tecnico di stazione titolare ad Auletta e Atena Lucana

Intervista ad Antonio Gagliardi, primo tecnico di stazione titolare di Auletta e Atena Lucana sulla linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro. Un capo - stazione o più precisamente primo tecnico di Stazione della nostra ferrovia. Sembra un ossimoro al giorno d’oggi, soprattutto se ci si sente dire che ha lavorato ad Auletta. Oggi Auletta è una stazione scomparsa, ingoiata dalla vegetazione e dalle erbe infestanti. Non ci si arriva più, non ci si può entrare. Il suo ufficio probabilmente è tra la foresta spontanea. Provo a fare qualche domanda ad una memoria storica della linea che fu.


Sig. Antonio Gagliardi, lei è stato capo stazione sulla linea Sicignano-Lagonegro. Dove ha lavorato? Sono stato distaccato in zona nel 1981 dopo il sisma del 1980, prima ad Auletta e poi ad Atena Lucana. Si sono chiuse entrambe durante la mia gestione Auletta come Assistente di Stazione mentre Atena con il ruolo di titolare della stessa .

Che linea era la Sicignano-Lagonegro? E che traffico passeggeri aveva?
La Sicignano-Lagonegro era senz’altro una linea comoda, anche se aveva delle stazioni poco frequentate. Alcune, come Auletta, Petina e Galdo erano troppo fuori mano. E se si pensa ai fini economici questo può sembrare negativo, anche perché pochi erano i ferrovieri locali che lavoravano sulla linea e quindi venivano persone da fuori e a loro bisognava pagare la trasferta. Atena Lucana invece era già diversa, perché era collegata da vari anni con il servizio sostitutivo delle Ferrovie Calabro Lucane e poi in zona più vicine ai paesi come Atena,San Rufo e San Pietro al Tanagro. Dopo la chiusura della linea ferroviaria si formò anche un comitato pendolari, ma non si raggiunse mai alcun risultato perché tutti pensavano a contrattare le linee dei bus sostitutivi più comodi alle loro esigenze di lavoro anziché al problema nel suo contesto.

Cosa ha provato quando nel 1987 è stata approvata la sospensione?
Quando si perde qualcosa è sempre un male, quindi vedere la linea riaperta sarebbe una buona cosa. Ho fatto numerosi interventi anni fa sulla ferrovia, addirittura una volta vennero quelli di RAI 3 a fare le riprese e costatare il fallimento del servizio sostitutivo rispetto alle corse effettuate con i treni.

Si potrebbe in senso di riattivazione fare un discorso sia turistico, come propinato da molti, sia pendolare, magari con un’offerta commerciale degna di otto coppie di treni tra Salerno e Lagonegro?
In questo senso sì, magari eliminando qualche stazione si potrebbero inserire treni turistici e treni pendolari. Prima molte fermate non avevano senso, come per esempio Pertosa che era a livello simbolico, o Castelluccio. Eliminando qualche stazione si potrebbero ridurre i tempi di percorrenza tra Lagonegro e Salerno. Bisognerebbe vedere com’è messo il tratto tra Montesano e Lagonegro, con le gallerie.

E il tratto da Montesano a Lagonegro, come constatato da me personalmente, è messo abbastanza male. Ma anziché farsi il sangue amaro continuo con questo pirandelliano mal giocondo chiedendo del treno. Che materiale rotabile ricorda circolare sulla linea?
In genere circolavano doppie di Aln 668, poi iniziarono le singole. Il traffico passeggeri era buono in alcune stazioni, ad esempio ricordo che a Sala Consilina e Padula c’era un intenso traffico di studenti e operai che prendevano il treno. Nei paesi più popolosi e più vicine ai paesi il movimento c’era.

Il pendolarismo interno del Vallo funzionava?
Si , perché le stazioni più vicine ai centri abitati erano ben frequentate. Anche Montesano sulla Marcellana, Polla che sta al centro dell’abitato, o la stessa Atena Lucana avevano un buon traffico. 

Qualche aneddoto sulla ferrovia che lei ricorda?
Quando stavo a Atena Lucana ricordo che prima che i biglietti furono distrutti dal servizio commerciale, per puro volontariato, in più occasioni mi sono recato nella stazione di Montesano e Casalbuono, che era una di quelle con più movimento, a vendere o rinnovare gli abbonamenti come una sorta di biglietteria volante. Vorrei ricordare che la stazione di Atena Lucana ai fini commerciali ha chiuso dopo le altre stazioni perché molti ferrovieri in virtù dell’età anagrafica e di servizio avevano fatto domanda di prepensionamento prima rispetto a me che essendo giovane alla chiusura di Atena fui trasferito all’Ufficio Veicoli di Battipaglia.

Quali pensa siano le cose da fare (possiamo interpretarli anche come consigli) per arrivare ad una riapertura al traffico? 
In questo momento di crisi politica ed economica non saprei da dove cominciare, ma sicuramente sono gli amministratori e i politici che devono fare la loro parte per la riattivazione. Tempo fa il comune di Auletta con il contributo degli operai della Comunità Montana Tanagro ripulì un buon tratto dalla stazione di Auletta fino a Pertosa per poter organizzare la manifestazione organizzata dal CAI per portare all’attenzione nazionale il problema sulle linee ferroviarie abbandonate , poi ho letto dell’istanza fatta da voi al Comune di Polla per riportare alla luce i binari coperti in occasione del passaggio del Giro d’Italia di qualche anno fa. La politica deve fare la sua parte.

Qual è il disagio più netto per l’assenza della ferrovia?
Il disagio è forte perché una volta arrivati a Salerno dopo le ore 20,00 non si sa come giungere nel Vallo di Diano e la stessa Stazione di Buccino (la più vicina al Vallo di Diano), l’ultima corsa da Salerno la troviamo alle ore 20,12. La stazione di Buccino, paese più vicino, è rimasta con una sola corsa diretta per Napoli quella delle 12,50 mentre sarebbe più comoda una di mattina perché in questo modo devi cambiare a Battipaglia o Salerno. Le stesse corse dirette che da Napoli portano verso Buccino ci hanno inserito il cambio a Salerno o Battipaglia. Queste sono situazioni di disagio perché o ci si fa venire a prendere o si va con la macchina.

Parole semplici, brevi, d’impatto. Ho l’amaro in bocca a rivedere foto d’epoca e poi confrontarle con quelle attuali. Sembra di vivere in una società che si è dimenticata di sé. Il Comitato per la riattivazione punta a svincolarsi dalle tragiche logiche economiche per dare dei servizi efficienti e inculcare nella gente la convinzione che la mobilità, e con essa la ferrovia, è un diritto. Grazie ad Antonio Gagliardi per la piacevole chiacchierata, nella speranza che non resti un amarcord e che ci si possa rincontrare a bordo di una Aln 668.

Intervista a cura di Rocco Della Corte - Ufficio Stampa Comitato

Polemica binari: "Il Mattino" sulla vicenda-Polla


Questo il trafiletto apparso su "Il Mattino" di ieri riguardo la questione binari asfaltati a Polla. Il Codacons Vallo di Diano chiederà l'accesso agli atti per risolvere definitivamente la questione del PL sulla strada regionale 426, nella speranza che il treno trionfi.

Comunicato ufficiale n°3


8 - 11 - 2012 
Comunicato ufficiale n°3 
Risultato dell’istanza al Comune di Polla riguardo l’asfaltatura del binario della Sicignano-Lagonegro sulla SR 426: colloquio con il Commissario Prefettizio. 

Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro comunica che il colloquio con il Commissario Prefettizio del comune di Polla, dott. Roberto Amantea, si è risolto con un nulla di fatto. L’istanza presentata all’ente riguardo l’asfaltatura del binario sulla SR 426 all’ingresso della stazione è stata studiata dal commissario, il quale non ha tuttavia ritenuto che siano stati disattesi gli accordi e le convenzioni tra comune e Ferservizi. La battaglia però non si ferma, perché di comune accordo con il Codacons Vallo di Diano, da anni attivo per il ripristino della linea, si chiederà di avere accesso agli atti per verificare effettivamente la situazione legale. La risposta del dott. Amantea non ha soddisfatto il direttivo del Comitato, che puntava all’installazione della controrotaia come da progetto. Resta comunque l’amarezza e la disillusione per non essere riusciti ad intervenire con successo su una situazione assurda, complice ancora una volta il completo disinteresse dell’ente locale, in questo caso il comune di Polla, nel mettere in campo fatti concreti per riavere la ferrovia.

Ufficio Stampa Comitato

Filomena Chiappardo intervista l'addetto stampa del Comitato per la ferrovia Sicignano-Lagonegro

La riapertura della ferrovia è uno dei temi di cui si discute da tempo nel Vallo di Dianodal 1987 il treno non passa più e tra proposte, progetti, idee varie lo stato di abbandono e di degrado del tratto non più utilizzato non smette di indignare e di far riflettere.
Cambierà qualcosa? Ci saranno iniziative concrete? 
Ne abbiamo parlato con Rocco della Corte, addetto stampa del “Comitato per la riattivazione della Ferrovia Sicignano – Lagonegro”. 


  • Quando si è costituito il comitato? Da chi è composto?

"Il Comitato si è costituito il 13 Ottobre 2012 ed è composto dal sottoscritto, da Giuseppe Verga, dal professor De Luca e dal presidente onorario Rocco Panetta per quanto riguarda il consiglio direttivo. Sono già arrivate, poi, numerose adesioni alla segreteria"


  • La questione che riguarda la riapertura della ferrovia si protrae da anni nel Vallo di Diano. Molti sono disillusi, scoraggiati, non credono più che la Sicignano – Lagonegro tornerà a funzionare. Cosa si sente di dire a chi oggi è di questa opinione?

"Che stiamo lavorando per far sì che si riattivi. Sicuramente la disillusione è fisiologica, perché le promesse sono state tante ma non c’è stato mai niente di concreto.
O meglio, nel 2003 furono stanziati 15 milioni di Euro per i lavori di ripristino ma nulla è successo.
Noi stiamo cercando di tutelare il patrimonio ferroviario con i fatti, penso ad esempio all’istanza di Polla.Bisogna mettersi in testa che la mobilità, ferrovia inclusa, è un diritto e se il cittadino si rassegna di fronte ai suoi diritti è un pessimo segno"


  • Dal punto di vista tecnico ed economico, quali sono le proposte concrete per la riapertura della ferrovia?

"Gli studi di fattibilità si sono sprecati, così come le cifre dette per la riattivazione. 
Persone vicine al comitato, a cominciare dal nostro presidente, fissano più o meno la cifra del ripristino a 101 milioni di Euro. Non sta a noi fare proposte tecniche, ma sicuramente la situazione non è troppo tragica come qualcuno vuole far credere ad arte per screditare le ipotesi di ripristino. 
E’ ovvio che c’è da investire e lavorare molto, e più passa il tempo più i costi aumentano"


  •  Il Comitato pro ferrovia ha inviato un’istanza al Commissario prefettizio di Polla. Di cosa si tratta?

"Fuori dalla stazione di Polla, sulla SR 426, c’era un passaggio a livello che in occasione del Giro d’Italia fu asfaltato. Poi, la situazione non è stata più ripristinata nonostante il progetto prevedesse le controrotaie e pertanto è rimasto l’asfalto sul binario. Abbiamo quindi chiesto al commissario prefettizio dott. Amantea di ripristinare la legalità installando le controrotaie come da progetto e riunificando la linea, ora spezzata in due tronconi"

  • Lo scorso 29 settembre, presso la Certosa di Padula, la Soprintendenza Archivistica della Campania ha promosso un’iniziativa dal titolo “C’era un volta il treno”, che ha raccolto materiale proveniente da Archivi comunali e non solo. Cosa pensate dell’iniziativa?

"Sinceramente il taglio culturale conferito all’evento e la conferenza di Padula non lasciano spazio a molte sinergie. Senz’altro parlare dell’argomento fa sempre bene, perché troppo tempo è rimasto nel dimenticatoio, però bisogna agire su più fronti e in tal senso ci sono anche delle posizioni che non vedono la ferrovia come una necessità per il territorio.
La cultura, comunque, è sempre una risorsa e se può servire per risvegliare qualcosa, ben venga"

  • Lo stato di decadenza del percorso attraversato dalla ferrovia è sotto gli occhi di tutti, eppure la zona è straordinaria dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Come pensate di agire per iniziare il recupero?

"Ci sono delle zone davvero mozzafiato soprattutto nel primo tratto, ed è davvero una vergogna che siano in questo stato. Per il recupero si possono senz’altro creare delle squadre di lavoro atte al disboscamento e alla pulizia dei luoghi ferroviari, a cui si può e anzi si deve ridare dignità. 
Poi un’idea c’è e sarebbe affascinante, dobbiamo lavorarci coinvolgendo gli enti locali: quella di farrecuperare i fabbricati delle stazioni dai comuni al fine di passarglieli in gestione e farli quindi tornare a nuova vita. Sicuramente lo stato di abbandono totale verrà contrastato in ogni modo"


  • Come si può aderire al Comitato per lavorare attivamente al vostro fianco?

"Il sito ufficiale www.sicignanolagonegro.blogspot.com è attivo, ha avuto più di 1000 contatti nei primi quindici giorni di vita e c’è una sezione ‘Aderisci’ dalla quale si può scaricare il modulo da inviarci poi via fax, via e - mail oppure consegnarlo ad un membro del direttivo. Cercheremo presto di organizzare eventi, finora stiamo lavorando soprattutto con gli enti locali e con i contatti giusti da individuare per avere la strada meno in salita"


  • “C’era una volta il treno”… ci sarà ancora?

"Ovviamente è il nostro obiettivo, scaramanticamente sono solito dire che ogni giorno che passa è un giorno in meno senza treno nel Vallo di Diano. Ci vuole coraggio per portare avanti una battaglia che in tanti considerano già persa. Ma faremo tutto il possibile per tenere alta l’attenzione e ottenere risposte concrete per i cittadini. Il treno deve riprendere la sua corsa".

- Filomena Chiappardo 
www.ondanews.it -

La Repubblica sulla ferrovia Sicignano-Lagonegro


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Nella rubrica "Lettere" de La Repubblica è stato pubblicato un contributo del nostro ufficio stampa sulla questione ferrovia. Il titolo, "Sicignano-Lagonegro, una ferrovia dimenticata", fa riflettere. 

Interrogazioni parlamentari, istanze, dubbi: dal 2003 ad oggi l'agonia della Sicignano-Lagonegro

La stazione di Petina tra la rigogliosa vegetazione nel Settembre 2012

LEGGE 29 dicembre 2003, n. 376. Finanziamento di interventi per opere pubbliche. La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge: Art. 1.b) per la realizzazione degli interventi finalizzati al ripristino della tratta ferroviaria Sicignano degli Alburni (Salerno)-Lagonegro (Potenza) e' autorizzata la spesa di 5.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005”. Comincia così, per riferirsi ai soli tempi recenti, la carrellata di illusioni e promesse sulla ferrovia Sicignano – Lagonegro, sospesa dal 1987 ed effettuata con autoservizi sostitutivi da ben venticinque anni. Per chi non la conoscesse, è una linea che attraversa il Vallo di Diano, zona a forte vocazione turistica con siti d’interesse quali la certosa di Padula, la casa di Joe Petrosino, le grotte di Pertosa. Ma il treno non passa più. Nonostante i finanziamenti di 15 milioni di euro, non bruscolini, destinati al ripristino della tratta con l’avvio necessari lavori infrastrutturali per far tornare il treno al Vallo di Diano.

Sembra una linea ferroviaria dimenticata dalle istituzioni e i cittadini si stanno disabituando alla cultura della ferrovia, storia di Sud un po’ più tragica di quella di Avellino. Binari fantasma e passaggi a livello arrugginiti: uno spettacolo tutt’altro che civile. In un articolo pubblicato dal portale Valloweb il 17 Ottobre 2004 a firma Salvatore Medici la giunta Villani si impegna “annunciando a breve i risultati dello studio di fattibilità sulla strada ferrata Sicignano-Lagonegro”. Tale questione rimane ad oggi in sospeso.

 Il 15 aprile 2007 è la volta dell’intervento del consigliere regionale PRC Gerardo Rosania, che a nome del suo gruppo consiliare interroga l’assessore Ennio Cascetta denunciando la situazione di degrado in cui versa la ferrovia di Sala Consilina, Polla, Padula. Curioso il punto in cui il consigliere parla di “processo di drammatico spopolamento” dei centri in questione. Dallo studio demografico operato dal direttivo del Comitato emerge infatti che nell’arco di tempo compreso tra il 1987 e il 2012 il Vallo di Diano ha perso quasi il 3% degli abitanti, con tutti i comuni principali a bilancio negativo fatta eccezione per Sala Consilina (un irrisorio +0,1% di abitanti in più con 48 unità) e Atena Lucana (con il +4,3%). Capeggiano in negativo quest’altalena di statistiche Casalbuono (-11,8% di popolazione in meno), Casaletto Spartano (-10,8%), Pertosa e Montesano.

 Il 30 Luglio 2008 l’onorevole Gianni Mancuso, non di certo un valdianese ma proveniente addirittura da Novara, interroga il parlamento sulla ferrovia: con parole semplici si risottolinea l’utilità della tratta oltre a specificare che “Il servizio di trasporto locale viene garantito da alcune autolinee private finanziate per il 65% dalle casse regionali”. Per avere altri cenni dalle istituzioni bisogna arrivare al 15 aprile 2009, data del tavolo tecnico promosso dall’allora assessore Rocco Giuliano. Anche lì cittadini e appassionati hanno potuto illudersi, visto che nel comunicato si leggevano parole magiche e maledette come ‘ripristino’ e ‘riapertura’: “E’ stata avanzata anche la richiesta di ripristino della linea ferroviaria oggi disattivata Sicignano-Lagonegro. (…) Nel caso della Sicignano-Lagonegro ACAM e Trenitalia si sono impegnate a verificare la praticabilità di una parziale riapertura per il tratto più utile, verificandone i costi e le opportunità reali, per poi riferire nel prossimo incontro sull’esito di questa verifica di fattibilità”. Il prossimo incontro ancora ha da venire?

Il 15 Luglio 2009 l’onorevole Tino Iannuzzi nella seduta 203 pone un’altra interrogazione parlamentare sul caso ricordando i finanziamenti: “negli anni successivi la linea non è stata ripristinata; peraltro nel corso degli anni sono stati realizzati studi tecnici ed economici per il ripristino dell'esercizio ferroviario sulla linea Sicignano-Lagonegro, particolarmente atteso dalle comunità e dalle amministrazioni locali e rilevante per il sistema dei allagamenti nelle intere zone; nella legge 29 dicembre 2003, n. 376, è stata prevista l'erogazione di un contributo triennale (per complessivi 18 milioni di euro) in favore delle Ferrovie dello Stato S.p.A per gli interventi finalizzati al ripristino della tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro”. Il deputato PD ha ritenuto insoddisfacente la risposta dell’on. Bartolomeo Giachino, a nome del governo, il quale replicò dichiarando: “In merito, nel corso del 2005, RFI SpA espresse riserve sull'entità delle risorse economiche, ritenendole insufficienti per la completa realizzazione degli interventi, ribadendo la necessità di valutare più compiutamente l'opportunità del ripristino della linea. A tal fine, per rivalutare la convenienza della riapertura all'esercizio della linea in questione, la Provincia di Salerno si impegnò a produrre entro il 2006 uno specifico Studio di Fattibilità. Allo stato attuale non è ancora stata ufficializzata da parte della Provincia di Salerno la conclusione del sopraccitato Studio”.

Il 25 Ottobre 2011 è la volta dell’onorevole Debora Bergamini, che in una sua interrogazione sui trasporti diretta al ministro oltre a citare l’altra sciagurata collega della linea del Vallo (la Avellino-Rocchetta) accenna alla Sicignano-Lagonegro nel passo che segue: “la politica di dismissione delle linee ferroviarie campane ha origine già dalla fine degli anni ottanta, quando la linea Sicignano degli Alburni-Lagonegro, che avrebbe costituito una valida alternativa all'utilizzo della autostrada Salerno-Reggio Calabria, è stata chiusa al traffico merci e passeggeri, durante i lavori di rinnovamento ed elettrificazione della linea Battipaglia-Potenza che hanno avuto avvio nel 1987, rimanendo chiusa ancor oggi nonostante la riapertura della linea per Potenza”. 

L’iniziativa tenutasi presso la Certosa di Padula lo scorso 29 Settembre 2012 ha avuto tutta l’area di essere un amarcord, ma la presenza degli enti locali fa ben sperare. Nel manifesto dell’evento infatti sono molti i referenti provenienti dai comuni toccati dalla linea, e il progetto “C’era una volta il treno” dovrebbe concludersi con una tavola rotonda sul futuro della ferrovia ad aprile. L’augurio è che finalmente ci si sieda a confrontarsi su come recuperare seriamente la tratta e ridare un legittimo e sacrosanto servizio ai cittadini, senza chiacchiere e fronzoli, passando dalle troppe, sterminate parole agli agognati fatti. Da non escludere il ripristino anche fini turistici vista la zona e gli scorci attraversati. Serve una svolta. Questo perché, come sta scritto sul muro della cadente stazione di Petina, l’appello è unanime:“Salvate la ferrovia”.