Intervista ad Antonio Gagliardi, tecnico di stazione titolare ad Auletta e Atena Lucana

Intervista ad Antonio Gagliardi, primo tecnico di stazione titolare di Auletta e Atena Lucana sulla linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro. Un capo - stazione o più precisamente primo tecnico di Stazione della nostra ferrovia. Sembra un ossimoro al giorno d’oggi, soprattutto se ci si sente dire che ha lavorato ad Auletta. Oggi Auletta è una stazione scomparsa, ingoiata dalla vegetazione e dalle erbe infestanti. Non ci si arriva più, non ci si può entrare. Il suo ufficio probabilmente è tra la foresta spontanea. Provo a fare qualche domanda ad una memoria storica della linea che fu.


Sig. Antonio Gagliardi, lei è stato capo stazione sulla linea Sicignano-Lagonegro. Dove ha lavorato? Sono stato distaccato in zona nel 1981 dopo il sisma del 1980, prima ad Auletta e poi ad Atena Lucana. Si sono chiuse entrambe durante la mia gestione Auletta come Assistente di Stazione mentre Atena con il ruolo di titolare della stessa .

Che linea era la Sicignano-Lagonegro? E che traffico passeggeri aveva?
La Sicignano-Lagonegro era senz’altro una linea comoda, anche se aveva delle stazioni poco frequentate. Alcune, come Auletta, Petina e Galdo erano troppo fuori mano. E se si pensa ai fini economici questo può sembrare negativo, anche perché pochi erano i ferrovieri locali che lavoravano sulla linea e quindi venivano persone da fuori e a loro bisognava pagare la trasferta. Atena Lucana invece era già diversa, perché era collegata da vari anni con il servizio sostitutivo delle Ferrovie Calabro Lucane e poi in zona più vicine ai paesi come Atena,San Rufo e San Pietro al Tanagro. Dopo la chiusura della linea ferroviaria si formò anche un comitato pendolari, ma non si raggiunse mai alcun risultato perché tutti pensavano a contrattare le linee dei bus sostitutivi più comodi alle loro esigenze di lavoro anziché al problema nel suo contesto.

Cosa ha provato quando nel 1987 è stata approvata la sospensione?
Quando si perde qualcosa è sempre un male, quindi vedere la linea riaperta sarebbe una buona cosa. Ho fatto numerosi interventi anni fa sulla ferrovia, addirittura una volta vennero quelli di RAI 3 a fare le riprese e costatare il fallimento del servizio sostitutivo rispetto alle corse effettuate con i treni.

Si potrebbe in senso di riattivazione fare un discorso sia turistico, come propinato da molti, sia pendolare, magari con un’offerta commerciale degna di otto coppie di treni tra Salerno e Lagonegro?
In questo senso sì, magari eliminando qualche stazione si potrebbero inserire treni turistici e treni pendolari. Prima molte fermate non avevano senso, come per esempio Pertosa che era a livello simbolico, o Castelluccio. Eliminando qualche stazione si potrebbero ridurre i tempi di percorrenza tra Lagonegro e Salerno. Bisognerebbe vedere com’è messo il tratto tra Montesano e Lagonegro, con le gallerie.

E il tratto da Montesano a Lagonegro, come constatato da me personalmente, è messo abbastanza male. Ma anziché farsi il sangue amaro continuo con questo pirandelliano mal giocondo chiedendo del treno. Che materiale rotabile ricorda circolare sulla linea?
In genere circolavano doppie di Aln 668, poi iniziarono le singole. Il traffico passeggeri era buono in alcune stazioni, ad esempio ricordo che a Sala Consilina e Padula c’era un intenso traffico di studenti e operai che prendevano il treno. Nei paesi più popolosi e più vicine ai paesi il movimento c’era.

Il pendolarismo interno del Vallo funzionava?
Si , perché le stazioni più vicine ai centri abitati erano ben frequentate. Anche Montesano sulla Marcellana, Polla che sta al centro dell’abitato, o la stessa Atena Lucana avevano un buon traffico. 

Qualche aneddoto sulla ferrovia che lei ricorda?
Quando stavo a Atena Lucana ricordo che prima che i biglietti furono distrutti dal servizio commerciale, per puro volontariato, in più occasioni mi sono recato nella stazione di Montesano e Casalbuono, che era una di quelle con più movimento, a vendere o rinnovare gli abbonamenti come una sorta di biglietteria volante. Vorrei ricordare che la stazione di Atena Lucana ai fini commerciali ha chiuso dopo le altre stazioni perché molti ferrovieri in virtù dell’età anagrafica e di servizio avevano fatto domanda di prepensionamento prima rispetto a me che essendo giovane alla chiusura di Atena fui trasferito all’Ufficio Veicoli di Battipaglia.

Quali pensa siano le cose da fare (possiamo interpretarli anche come consigli) per arrivare ad una riapertura al traffico? 
In questo momento di crisi politica ed economica non saprei da dove cominciare, ma sicuramente sono gli amministratori e i politici che devono fare la loro parte per la riattivazione. Tempo fa il comune di Auletta con il contributo degli operai della Comunità Montana Tanagro ripulì un buon tratto dalla stazione di Auletta fino a Pertosa per poter organizzare la manifestazione organizzata dal CAI per portare all’attenzione nazionale il problema sulle linee ferroviarie abbandonate , poi ho letto dell’istanza fatta da voi al Comune di Polla per riportare alla luce i binari coperti in occasione del passaggio del Giro d’Italia di qualche anno fa. La politica deve fare la sua parte.

Qual è il disagio più netto per l’assenza della ferrovia?
Il disagio è forte perché una volta arrivati a Salerno dopo le ore 20,00 non si sa come giungere nel Vallo di Diano e la stessa Stazione di Buccino (la più vicina al Vallo di Diano), l’ultima corsa da Salerno la troviamo alle ore 20,12. La stazione di Buccino, paese più vicino, è rimasta con una sola corsa diretta per Napoli quella delle 12,50 mentre sarebbe più comoda una di mattina perché in questo modo devi cambiare a Battipaglia o Salerno. Le stesse corse dirette che da Napoli portano verso Buccino ci hanno inserito il cambio a Salerno o Battipaglia. Queste sono situazioni di disagio perché o ci si fa venire a prendere o si va con la macchina.

Parole semplici, brevi, d’impatto. Ho l’amaro in bocca a rivedere foto d’epoca e poi confrontarle con quelle attuali. Sembra di vivere in una società che si è dimenticata di sé. Il Comitato per la riattivazione punta a svincolarsi dalle tragiche logiche economiche per dare dei servizi efficienti e inculcare nella gente la convinzione che la mobilità, e con essa la ferrovia, è un diritto. Grazie ad Antonio Gagliardi per la piacevole chiacchierata, nella speranza che non resti un amarcord e che ci si possa rincontrare a bordo di una Aln 668.

Intervista a cura di Rocco Della Corte - Ufficio Stampa Comitato