Intervista di Tania Tamburro.
D. - La Giunta Regionale ha approvato con la delibera 481 del 31/10/2013 la Programmazione del Servizio del Trasporto Pubblico. In questo modo si ridisegna la rete dei servizi del trasporto, il Vallo di Diano come ne viene toccato?
R. – “Il Vallo di Diano ha bisogno di un radicale miglioramento del sistema di trasporti. Soprattutto adesso che è stata attiva la metropolitana di Salerno, gli autobus vengono attestati allo stadio Arechi, da dove poi si prende il treno per raggiungere la stazione salernitana e il centro. Questo significa che chi proviene, ipoteticamente, da Sala Consilina, deve scendere all’Arechi, aspettare la metro, scendere a Salerno ed eventualmente proseguire per Napoli. I tempi di percorrenza non sono sostenibili, ci si mette meno tempo ad arrivare in Freccia Rossa da Roma a Firenze che dal Vallo di Diano a Napoli. E’ chiaro che la questione metropolitana rilancia ancora una volta e ancora di più, se ce ne fosse bisogno, la necessità del treno. La logica dell’ottimizzazione delle risorse pubbliche troppo spesso si traduce con una sola parola: tagli. Ottimizzare al servizio del cittadino è una cosa, che può significare anche incrementare il servizio stesso. Ma purtroppo in Italia quando si parla di ottimizzazione c’è sempre una razionalizzazione e un decremento delle corse alle spalle”
D. - L’Assessore ai trasporti della Regione Campania, Sergio Vetrella, ha dichiarato sul suo sito che l’elaborazione di tale programma è nata con il coinvolgimento di associazioni e comitati di categoria. Il vostro apporto?
R. – “Il Comitato per la riattivazione della Sicignano-Lagonegro ha fatto e continua a fare le sue proposte per il miglioramento del servizio automobilistico sostitutivo. Abbiamo provato, per la verità senza successo, anche il coinvolgimento di altri comitati storici che però non ha portato ai risultati che speravamo. Abbiamo a suo tempo fatto anche un’indagine mettendo su 137 risposte per un questionario che chiedeva ai pendolari di esprimersi su qualità, puntualità e pulizia del servizio. Lo abbiamo poi presentato agli organi competenti”
D. - Sui social network parlate di “settimana di fuoco”, vi riferite allo studio di fattibilità per la riattivazione?
R. – “Lo studio di fattibilità è un passo che stiamo aspettando, anche se, parlando con chi se ne sta occupando, ci accorgiamo che c'è un errore di fondo che è quello di basarsi sullo studio del 2007. Questo è un grave sbaglio, perché significa prendere come punto di partenza uno studio apertamente gonfiato, in contraddizione con quello del 1999 fatto da RFI che costava otto volte di meno. Alcuni ingegneri di RFI, da noi consultati in via ufficiosa, ci hanno espresso le loro riserve sulla forte discrepanza di costi tra i due studi. La settimana di fuoco si riferisce ai numerosi incontri istituzionali che stiamo avendo in questi giorni, parlando con politici, cittadini, istituzioni al fine di tenere sempre caldo il dibattito e sempre alta l’attenzione. E’ chiaro che una volta uscito lo studio avremo la strada scandita: se sarà uno studio fattibile, procederemo nelle sedi deputate per farlo attuare. Se invece, come purtroppo credo, non sarà altro che una mal riuscita replica di quello del 2007, batteremo su tutti i fronti per ottenere a titolo gratuito dalle Università o da RFI con Commissione dal Ministero dei Trasporti uno studio ex novo almeno per il primo tratto di 28 km fino a Polla. E il progetto dovrà essere cantierabile, finanziato dai fondi UE 2014-2020, e soprattutto la tratta dovrà essere gestita dalla Basilicata. E’ il momento che tutti coloro che si sono occupati e interessati della questione passino ai fatti mettendo in campo azioni concrete per dar seguito alle parole. La Sicignano-Lagonegro è un diritto del territorio”. -