Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano – Lagonegro apprende con piacere il ridestarsi della Regione Campania intorno a tematiche fondamentali come il turismo, la mobilità e la cultura.
E’ notizia dello scorso fine settimana che al fine di perfezionare e ufficializzare le strategie di incentivazione del turismo, a Palazzo Santa Lucia si sono riuniti il governatore Vincenzo De Luca, l’Assessore Corrado Matera e il direttore della Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa.
Il programma è davvero ricco e interessante, come si legge sul sito della Fondazione FS: itinerari storici, culturali e paesaggistici con treni d’epoca e convogli che destinano i passeggeri in particolari location, come la Reggia di Caserta, gli scavi di Paestum, quelli di Pompei, i luoghi di Padre Pio a Pietrelcina, l’area archeologica di Capua e il paesaggio dell’Irpinia. La mobilità e il turismo sono due lati della stessa medaglia, come ha dichiarato lo stesso direttore della Reggia di Caserta Felicori, cui hanno fatto eco il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella e l’Assessore campano Corrado Matera, entrambi convinti di dover investire nelle aree interne con progetti importanti. Quello che salta all’occhio, purtroppo, è che il Vallo di Diano resta tagliato fuori da questi discorsi di sviluppo e crescita del territorio, marginalizzato e dimenticato. La Certosa di Padula, uno dei monumenti più belli del mondo, considerata da storici ed esperti un unicum nel suo genere, rimane inaccessibile. Un’area interna come quella valdianese non può vivere senza il treno e non può programmare un serio progetto di valorizzazione dei beni culturali ed ambientali presenti: proprio come ha dichiarato il direttore della Reggia di Caserta Felicori, migliorare i trasporti è l’unico modo per aumentare i flussi turistici. Oggi arrivare alla Certosa di Padula senza macchina o senza un viaggio organizzato è pressoché impossibile, eppure esiste una stazione ferroviaria sospesa al traffico dal 1987 a non più di 2 km.
L’appello che il Comitato per la riattivazione desidera rivolgere pubblicamente a Corrado Matera, Tommaso Pellegrino, Vincenzo De Luca, Marcello Pittella è che nel documento finale della “Strategia per le aree interne”, che si produrrà con la Comunità Montana del Vallo di Diano, venga inserito il ripristino della ferrovia come punto prioritario per lo sviluppo dell’area interna stessa. Un appello ancora più forte va soprattutto all’onorevole Tino Iannuzzi, sempre attivo con le sue interrogazioni parlamentari, affinché lavori per la creazione dei presupposti di un progetto di valorizzazione della Certosa a partire dalla ferrovia stessa con il Ministero dei Beni Culturali e il MIT. Ripristinare la Sicignano-Lagonegro fino a Polla e poi fino a Padula significa poter seguire l’esempio del Pietrarsa Express o del treno per Paestum o ancora del Reggia Express, solo per citarne due, e riportare i turisti sul territorio con i treni culturali. Padula non è inferiore, con la sua Certosa, agli altri esempi presi in considerazione dalla Regione Campania, che ha deciso – giustamente – di investire su poli importanti. Quello che si richiede è di essere considerati: il Vallo di Diano fa parte della Campania, è un’area di confine molto vicina alla Basilicata ma nonostante una posizione strategica a cavallo tra due Regioni che molto hanno intenzione di fare e hanno fatto per attrarre flussi turistici e rimettere in moto il commercio resta marginalizzata e tagliata fuori dai circuiti nazionali. L’unica maniera, e il Comitato lo ripete con costanza, per entrare in collegamento con il resto d’Italia è un trasporto pubblico su ferro efficiente ed oculato. Gli esempi illustri e lusinghieri rappresentati dai successi delle tratte ripristinate grazie all’interessamento della Fondazione FS Italiane, egregiamente diretta dall’Ingegner Luigi Cantamessa, devono essere uno stimolo in più affinché gli organi competenti dopo tanti anni prendano una posizione seria, definitiva e inamovibile lavorando per riportare il treno nel Vallo di Diano. La valorizzazione del territorio passa dalla mobilità che lo stesso offre: nulla di più vero, e se nella stessa Campania questo accade a Pietrelcina, Pietrarsa, Caserta, Capua, Paestum e Pompei, allora significa che si può fare anche a Polla e a Padula. Del resto non crediamo, senza fare paragoni, che la Sicignano – Lagonegro sia meno interessante culturalmente e paesaggisticamente della Ceva-Ormea, riattivata tra la folla acclamante degli abitanti di una zona popolata da poche migliaia di abitanti, o della Avellino-Rocchetta, il cui lungo percorso ha rivissuto proprio con un progetto di valorizzazione dei borghi. Quello che altrove è realtà nel Vallo è fantascienza? Ai posteri l’ardua sentenza, noi speriamo di no.