Sicignano-Lagonegro, Rocco Della Corte: "Un'Italia da salvare, quella delle ferrovie dimenticate"

Sopralluogo a Padula per il Comitato. Si sente solo il rumore dell'autostrada, niente treni, anzi un ponte è stato mozzato pochi metri più a Nord della stazione ferroviaria. La Sicignano-Lagonegro sembra ancora viva, il binario uno resiste al tempo, anche se la stazione è un ricettacolo di immondizia. L'appello di Rocco Della Corte per una riattivazione che dopo trentuno anni diventa sempre più necessaria.

 







«C’è un’altra Italia da salvare oltre quella archeologica e oltre a quella del patrimonio mondiale dell’Unesco che è la Certosa di san Lorenzo, ed è l’Italia delle ferrovie abbandonate. Siamo a Padula, come si vede bene, stazione di Padula, stazione a doppio binario anche se ormai il secondo binario è completamente sommerso dalla vegetazione spontanea e siamo in una zona ricchissima che però continua a non sfruttare le proprie potenzialità. C’è la Certosa di San Lorenzo, come detto, ma tantissime bellezze architettoniche, paesaggistiche e naturalistiche che potrebbero diventare facilmente raggiungibili semmai arrivasse un treno… un treno che da qui non transita più dal 1987. Nel 2018 parliamo di alta velocità, di infrastrutture rimodernate, ma continuiamo a teniere chiusa una linea che attraversa un bacino di utenza di circa sessantamila persone e posti come Pertosa, Polla, Sala Consilina, centri importanti e strategici per il Vallo di Diano e per la provincia salernitana. C’è un’altra Italia da salvare oltre quella che appunto sperava si salvasse Giorgio Bassani, quella delle ferrovie abbandonate. La Sicignano-Lagonegro va riaperta, senza se e senza ma». Così Rocco Della Corte.