Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro, sempre vigile sulle dichiarazioni e sugli sviluppi intorno alla tratta valdianese, ha appreso con un certo stupore le parole dell’onorevole Luca Cascone, presidente della IV Commissione, quella relativa ai Trasporti, della Regione Campania.
In tempi non sospetti Cascone – era il novembre 2018 e riportammo la notizia sul nostro sito web e sulla pagina facebook – commentò un post del Comitato e per rispondere ai tanti cittadini scettici sulle promesse, scrisse quanto segue: «Stiamo definendo il verbale con RFI che possa sbloccare una prima parte di risorse. Confido per il prossimo anno di poter cominciare a dare inizio ai lavori». L’anno in questione è il 2019, quello in corso, e siamo ormai a fine giugno. Qualche giorno fa su una nota testata giornalistica del territorio, Cascone è tornato sulla vicenda dichiarando ancora che sono stati stanziati 2 milioni di euro per uno studio di fattibilità. Queste le parole precise: “La Regione Campania ha stanziato 2 milioni di euro per fare uno studio di fattibilità sulla riapertura della tratta Sicignano-Lagonegro. La riattivazione della tratta Sicignano-Lagonegro è un tema molto caro alla giunta regionale ed in particolare all’assessore Corrado Matera il quale ne sta sostenendo fortemente il suo ripristino. L’investimento è notevole. Dobbiamo aspettare che il gruppo Italferr, si spera entro la fine dell’anno, produrrà questo studio sia sui costi necessari sia sulla capacità di poter effettuare un servizio”. Al di là dello slittamento di un anno, perché siamo passati dall’inizio dei lavori nel 2019 ad avere uno studio entro la fine dell’anno (forse), la domanda che ci poniamo è la seguente: perché continuare a fare studi che poi sono contraddittori o non soddisfacenti, quando si può andare sul piano pratico finanziando uno studio e il relativo importo dei lavori di pezzi di linea? Aprire i primi 26 km da Sicignano a Polla, senza fermate intermedie, a binario unico non elettrificato e con un servizio a spola è diventato ormai un ritornello che il Comitato ripete da anni. La speranza è che sia Cascone che Matera, e magari anche De Luca, anziché allungare la burocrazia visto l’imminente periodo elettorale possano fare qualcosa di più mirato e concreto rispetto ai loro predecessori, anche con il coinvolgimento dei parlamentari del territorio che hanno sostenuto la causa. Meno milioni di euro, più senso pratico: si lavori direttamente sul primo tratto. Anche perché il seguito delle dichiarazioni di Cascone è tutt’altro che confortante: definire le priorità con Amministrazioni e Comunità Montana. Ma se si investono altri soldi pubblici per uno studio, tutti i comuni hanno deliberato a favore della linea ed è praticamente innegabile che la ferrovia possa portare soltanto benefici ad un territorio ormai turisticamente in ginocchio, serve anche definire eventuali altre priorità? E quali sarebbero queste altre priorità? La politica, insomma, pur accennando a qualche timido risveglio non sembra voler dare una scossa a questa vicenda. Il Comitato, sempre con spirito collaborativo, mantiene questa posizione ed è disponibile a seguire la vicenda insieme ai nostri amministratori per un esito positivo di questa estenuante e ultratrentennale storia che finora ha prodotto solo un risultato: far perdere la speranza e la pazienza all’intero Vallo di Diano.