Risposta dell'on. Rocco Girlando alle interrogazioni parlamentari di Iannuzzi e Bergamini sulla Sicignano-Lagonegro

Ripercorriamo l'inter parlamentare a partire dalle due interrogazioni, del 14 maggio e del 1 luglio, presentate dai deputati di maggioranza Iannuzzi e Bergamini.

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00118 presentato da IANNUZZI Tino 
 testo di Martedì 14 maggio 2013, seduta n. 15   

TINO IANNUZZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. 
— Per sapere – premesso che:    
  • il servizio ferroviario lungo la linea Sicignano degli Alburni-Lagonegro fu sospeso nel marzo del 1987 con l'introduzione di autoservizi sostitutivi su gomma;    
  • tale linea, che ha una lunghezza di circa 78,4 chilometri, interessa un bacino di 22 comuni, con circa 9.000 abitanti;    
  • questi comuni sono tutti nella provincia di Salerno, ad eccezione di Lagonegro situato in provincia di Potenza;    
  • negli anni successivi la linea non è stata ripristinata;    
  • peraltro nel corso degli anni sono stati realizzati studi tecnici ed economici per il ripristino dell'esercizio ferroviario sulla linea Sicignano-Lagonegro, particolarmente atteso dalle comunità e dalle amministrazioni locali e rilevante per il sistema dei allagamenti nelle intere zone;    
  • nella legge 29 dicembre 2003, n. 376, è stata prevista l'erogazione di un contributo triennale (per complessivi 18 milioni di euro) in favore delle Ferrovie dello Stato s.p.a. per gli interventi finalizzati al ripristino della tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro;    
  • in ogni caso tale tratta non risulta mai essere stata formalmente dismessa, attraverso lo specifico procedimento previsto e tipizzato dalla normativa vigente;    
  • è da ritenersi invece, che questa linea ferroviaria è stata interrotta, sia pure da diversi anni, in attesa di decisioni definitive;    
  • la questione di tale tratta ferroviaria è già stata sollevata dall'interrogante nella XVI legislatura con la interrogazione n. 5-01635 del 15 luglio 2009, con risposta del rappresentante del Governo pro tempore il successivo 12 novembre;    
  • sembra che RFI s.p.a. abbia commissionato un nuovo studio di fattibilità per valutare l'intervento da effettuare con il minor costo possibile, al fine di ripristinare la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro, come hanno sollecitato tutti i sindaci del comprensorio con specifici atti deliberativi e come da tempo stanno facendo tanti cittadini riuniti anche in un comitato molto attivo e determinato: 


   quale sia l'effettiva situazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro interrotta dal 1987 ed, in particolare, quali studi siano in corso per definire gli interventi ed i progetti più utili e adeguati con la minore spesa possibile. (5-00118) 

 Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-00478 presentato da BERGAMINI Deborah 
 testo di Lunedì 1 luglio 2013, seduta n. 43   

BERGAMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:    
  • dopo circa un secolo di servizio, la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro è stata chiusa nel 1987 per consentire l'elettrificazione della linea Battipaglia-Potenza, e sostituita con l'introduzione di autoservizi su gomma;    
  • la linea in questione attraversava il Vallo di Diano e interessava 22 comuni per un totale di 9.000 abitanti ed un bacino di utenza di oltre 100.000 persone, senza dimenticare che la zona interessata è di enorme rilevanza turistica per le bellezze storico-paesaggistiche, dove sono presenti patrimoni Unesco come il parco del Cilento e vallo di Diano, e la certosa di San Lorenzo di Padula, nonché le grotte dell'Angelo a Pertosa e il battistero paleocristiano di S. Giovanni in fonte;    
  • la linea Sicignano-Lagonegro – che ufficialmente non è stata mai soppressa – affianca in quasi tutto il suo percorso l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, della quale potrebbe costituire una valida alternativa;    
  • l'articolo 1 della legge 29 dicembre 2003, n. 376, recante «Finanziamento di interventi per opere pubbliche», autorizzava, per la realizzazione degli interventi finalizzati al ripristino della tratta ferroviaria Sicignano degli Alburni-Lagonegro, la spesa di 5.000.000 euro per ciascuno degli anni 2003-2005;    
  • negli anni, in favore della riattivazione della linea ferroviaria in questione sono sorte associazioni e da ultimo un comitato, i quali – in sinergia con i rappresentanti degli enti locali interessati – hanno portato la questione all'attenzione delle istituzioni, locali e nazionali, nonché delle stesse Ferrovie dello Stato in considerazione delle esigenze legate al pendolarismo, al turismo e allo sviluppo economico;    
  • anche il consiglio regionale della Campania ha riaffermato di recente l'importanza della riattivazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro e la necessità che la regione stessa abbia un ruolo strategico nelle discussione in atto al riguardo;    nella audizione che si è svolta il 30 maggio 2013 presso la IV Commissione trasporti della regione Campania è stato sottolineato, in particolare, come un'occasione utile alla riattivazione della linea ferroviaria in questione potrebbe essere l'utilizzazione dei fondi europei 2014/2020 e l'apertura di un tavolo di confronto in sede regionale nell'ambito del contratto istituzionale di sviluppo per il completamento della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria –:    


se il Ministro interrogato non ritenga di adottare opportune iniziative, per quanto di competenza, finalizzate ad agevolare la riapertura della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro anche in un ottica di promozione dello sviluppo economico delle zone interessate. (5-00478)

Di seguito, la risposta del sottosegretario Girlando, che ha preferito occuparsi congiuntamente delle due interrogazioni rispondendo ad entrambi:

CAMERA DEI DEPUTATI Giovedì 11 luglio 2013 53. 
XVII LEGISLATURA BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX) 

ALLEGATO ALLEGATO 1 5-00118 
Tino Iannuzzi: Interruzione del servizio ferroviario lungo la linea Sicignano degli Alburni-Lagonegro ed eventuali progetti di ripristino. 
 5-00478 Bergamini: Opportunità di una tempestiva riattivazione della linea ferroviaria Sicignano degli Alburni-Lagonegro. 

TESTO DELLA RISPOSTA   Rispondo congiuntamente agli atti di sindacato ispettivo n. 5-00118 del deputato Iannuzzi e n. 5-00478 del deputato Bergamini, in quanto vertono su analogo argomento.   Gli Onorevoli Interroganti sono a conoscenza del fatto che nel marzo 1987, in occasione dell'interruzione all'esercizio della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto, effettuata per consentire la realizzazione degli interventi di elettrificazione e di adeguamento della sagoma di libero transito, fu contemporaneamente interrotto il servizio ferroviario anche sulla linea diramata «Sicignano degli Alburni-Lagonegro», con introduzione di autoservizi sostitutivi su gomma.   All'atto del ripristino dell'esercizio ferroviario sull'asse principale Battipaglia-Potenza, come riferisce la società Ferrovie dello Stato, non fu possibile riaprire all'esercizio la linea in questione, poiché mancavano i necessari livelli di sicurezza sulla stabilità e protezione della sede: in particolare erano presenti evidenti fenomeni di dissesto in alcune gallerie.   Nel 1999, a seguito di specifica richiesta dell'allora Ministero dei trasporti e della navigazione, la Società Ferrovie dello Stato elaborava uno studio volto ad individuare gli interventi necessari per il ripristino della linea «Sicignano degli Alburni-Lagonegro», al fine di quantificarne l'onere economico e le conseguenze che ne sarebbero scaturite sul piano finanziario per la stessa società Ferrovie dello Stato.   Tale studio evidenziava diverse criticità, tra le quali un modesto volume di traffico acquisibile dalla modalità ferroviaria, la necessità di un servizio integrato treno + bus per collegare alle stazioni i diversi centri abitati non situati in prossimità delle linea ferroviaria, nonché risultati economico-finanziari fortemente negativi.   In tale quadro, Rete ferroviaria italiana (RFI), già nel 2002, provvedeva a comunicare all'Assessore ai trasporti e viabilità delle Regione Campania lo scarso interesse per la riattivazione dell'esercizio ferroviario sulla linea in questione.   Successivamente, l'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge n. 376 del 2003 autorizzava, per il ripristino della tratta in esame, la spesa di 5 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 (complessivi 15 milioni di euro).   Nel maggio 2005 RFI, nel ravvisare l'insufficienza delle risorse per la completa realizzazione degli interventi, evidenziava la necessità di valutare più compiutamente il costo dell'intervento.   Al riguardo, la Provincia di Salerno, con delibera n. 869 del 10 ottobre 2005, provvedeva ad approvare il programma di investimenti triennale 2006-2008, con un impegno di 25 milioni di euro per il ripristino della tratta Sicignano-Lagonegro.   Inoltre, la stessa Provincia, in data 20 dicembre 2005, nel riaffermare il proprio interesse alla realizzazione del suddetto collegamento ferroviario, si impegnava a Pag. 173 produrre, entro il febbraio 2006, uno Studio di fattibilità per definire i costi di ripristino e di gestione della tratta.   Sempre nel dicembre 2005, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI hanno siglato un Accordo Procedimentale volto ad evitare i termini di perenzione del contributo statale di cui alla citata legge n. 376 del 2003; con detto accordo veniva stabilito che entro il 2006 RFI avrebbe esaminato il suddetto Studio di fattibilità e, in relazione all'entità del cofinanziamento da parte delle Regioni e degli Enti locali interessati, avrebbe inserito l'intervento di ripristino della linea nell'aggiornamento 2006 del Piano di priorità degli investimenti evidenziando costi, risorse disponibili e fabbisogno finanziario.   Secondo i meccanismi previsti nel Contratto di Programma 2001-2005, il Piano di priorità sarebbe stato sottoposto ai Ministeri competenti (MIT e MEF) per valutazioni circa l'inserimento dell'intervento negli Addenda al Contratto.   Tuttavia, lo studio della Provincia non è stato pubblicato e, conseguentemente, le risorse di cui alla legge n. 376 del 2003 non sono state attivate.   Anche il Contratto di Programma 2007-2011 – parte Investimenti – ed i successivi aggiornamenti non hanno mai previsto azioni o risorse finanziarie per il ripristino della linea o parte di essa.   Nel 2007, la Regione Campania ha sviluppato uno studio di fattibilità e ha valutato gli oneri degli interventi di ripristino e messa in sicurezza della linea, stimando un fabbisogno di risorse al minimo pari a 360-400 milioni di euro.   Informo, da ultimo, che nello scorso mese di maggio RFI ha avviato un nuovo studio di fattibilità, che sarà completato entro il prossimo mese di ottobre; tale studio dovrà tenere conto delle condizioni normative e tecnologiche previste dall'attuale nuovo contesto normativo dell'esercizio ferroviario, in particolare dell'applicazione degli standard di interoperabilità e delle norme per la sicurezza delle gallerie ferroviarie.   Assicuro che il Governo seguirà con rinnovato impegno l'evolversi della questione, al fine di individuare possibili soluzioni volte a superare le numerose criticità connesse al ripristino del servizio ferroviario lungo la linea Sicignano degli Alburni-Lagonegro.  

Infine, le risposte degli onorevoli alle dichiarazioni del sottosegretario Girlando:

Tino IANNUZZI (PD), replicando, nel ringraziare il sottosegretario per la risposta, Pag. 168 di cui prende atto, ribadisce l'essenzialità della tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro oggetto dell'interrogazione, interrotta dal 1987 ma mai dismessa, che insiste su un bacino di 22 comuni con 9 mila abitanti e con una potenziale capienza assai più elevata, pari a circa 100.000 persone, dal momento che il sito, ospitando il parco nazionale del Cilento, presenta notevole rilievo turistico e storico-paesaggistico. Pur comprendendo le limitazioni conseguenti all'esiguità delle risorse finanziarie disponibili, ritiene che gli studi eseguiti in precedenza comportino un impiego di risorse a suo giudizio troppo elevato, pari a circa 400 milioni di euro, e ingiustificato e auspica che il nuovo studio di fattibilità avviato da RFI nel maggio scorso sia rapidamente definito e consegnato entro il prossimo mese di settembre, come ha oggi indicato il Sottosegretario, senza ritardi. Auspica inoltre che il citato studio venga realizzato nell'ottica del contenimento dei costi, per pervenire alla realizzazione di una tratta imprescindibile per la mobilità di quel territorio, garantita, in alternativa, dalla sola autostrada Salerno-Reggio Calabria, al fine di sviluppare il trasporto ferroviario con tanti importanti e positivi effetti, sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale e dell'intero sistema della mobilità. Giudica pertanto necessario recuperare ed attivare i 15 milioni di euro, già stanziati con la legge n. 376 del 2003 e far sì che nel progetto di ripristino delle tratte intervengano, con risorse proprie, la provincia di Salerno e la regione Campania, proprio in ragione della rilevanza dell'opera. Fa presente che continuerà a svolgere un'azione di monitoraggio su tale opera e di pungolo sul Governo e su RFI affinché sia presto consegnato il nuovo studio di fattibilità, che è certo possa fissare un costo più ridotto e realisticamente contenuto, per riattivare, dopo tanti e troppi rinvii e ritardi, una linea essenziale nell'interesse generale della comunità.   

Deborah BERGAMINI (PdL), replicando, associandosi alle considerazioni svolte dal collega che l'ha preceduta, osserva che si tratta di una questione aperta da molto tempo, che ha visto il succedersi di diversi studi di fattibilità, e che dovrebbe pervenire ad una conclusione positiva, anche in relazione al numero di utenti interessati e dal possibile sviluppo turistico del territorio. Ritiene, infatti, fondamentale che venga offerto un reale sostegno al turismo, che costituisce una forte vocazione per il Paese, anche per superare la crisi che questo sta attraversando. Giudica che la scelta operata dalla società Ferrovie dello Stato di potenziare i treni ad alta velocità a scapito degli altri rischia di mettere in difficoltà proprio il settore che invece andrebbe più sostenuto. Pur comprendendo l'esiguità del perimetro economico in cui è possibile ragionare, ritiene in ogni caso che le risorse vadano destinate ad interventi capaci di generare sviluppo e auspica che lo studio di fattibilità in corso di elaborazione possa finalmente fornire una risposta efficace per il ripristino di un'opera che si attende da molti anni e su cui è alta l'attenzione del Parlamento, e la propria in particolare, come dimostra la presentazione di analoghi atti di sindacato ispettivo anche nella precedente legislatura.