Convegno a Pertosa su "La vita è un treno" de Il Fatto. Il Comitato pro ferrovia: "Il treno è vita"!

Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro intende sottoporre a tutti i cittadini della provincia salernitana una riflessione amara ma allo stesso tempo necessaria per uscire dall’ambiguità e dalle menzogne. Tempo fa il noto giornale nazionale “Il fatto quotidiano” ha realizzato un ampio servizio, di due pagine, a firma Antonello Caporale, in cui si è trattato della linea ferroviaria valdianese con particolare attenzione alla questione di Polla. Come annunciato dallo stesso giornalista, l’inchiesta scritta sarebbe stata tradotta in film grazie alla regia di Enzo Monteleone. VIDEO DENUNCIA SULLA SICIGNANO-LAGONEGRO: "QUEL TRENO CHIAMATO DESIDERIO"

Ed effettivamente ciò è avvenuto. Il docu-film spiega in modo chiaro e netto che nella lotta tra ferro e gomma, fino ad oggi, ha sempre vinto la lobby degli autobus. Non è tuttavia chiaro perché tra tutte le ferrovie citate si sia preferito non parlare della Sicignano-Lagonegro, non dismessa, ma con il triste record italiano di chiusura all'esercizio ferroviario sin dal 1 Aprile 1987.
 
Anzi, oltre all’assenza inspiegabile della tratta valdianese – che contraddice palesemente quanto scritto da Caporale nel suo saggio/inchiesta – sembra che la Sicignano-Lagonegro al contrario di tutti gli altri ‘binari morti’ sia considerata una linea le cui rotaie possono servire solo a far divertire qualche appassionato di bici ferroviaria. Non è dunque logico il nesso evidenziato da Caporale, che sembra contraddirsi e non essere realmente convinto di quanto scritto. Purtroppo non è seria e coerente la linea utilizzata da Il fatto Quotidiano: se si vuole denunciare il fatto che le lobby degli autobus trionfino ingiustamente su quelle dei treni, non si può poi smentirsi da soli escludendo la linea dalle potenzialità più grandi tra quelle analizzate e riducendola ad un percorso di biciclette ferroviarie o per passeggiate.
 
Questa incredibile gaffe sembra essere sfuggita a “Il fatto”, che pare sia stato abbagliato talmente tanto dalle bellezze del Valdiano da preferire una pedalata piuttosto che un viaggio in treno. Ma non è con la bicicletta da sei posti che gli studenti possono andare a scuola o all’università, che i turisti possono arrivare da Salerno, che si può creare sviluppo e lavoro, che gli avvocati possono raggiungere Lagonegro visto che anche il Tribunale è stato tolto da Sala Consilina. Per le biciclette esistono le piste ciclabili, presenti sul territorio, e anche deserte. Oppure i tratti di ferrovia realmente dismessi dove non c’è più possibilità e necessità di ripristino. Evidentemente non sono tutti così appassionati di ciclismo come Bartali e Coppi nel Vallo di Diano. Forse si crede che i turisti debbano arrivare in autobus o in automobile e poi usare le bici sulle rotaie. Nel resto d'Italia e d'Europa, invece, chiunque penserebbe di far salire, ogni fine settimana a Salerno i turisti, con le vere biciclette, su un treno Minuetto Diesel (che possiede i posti riservati alle bici a bordo) e farli scendere a Polla, Atena, Sala Consilina, Sassano-Teggiano, Padula, Montesano-Buonabitacolo, Casalbuono per fare un giro nel Vallo di Diano, che è pianeggiante, e poi ripartire con un altro treno Minuetto per Salerno.
 
Ma al Sud ciò che si fa nel resto del Paese e del Continente, Svizzera compresa, non interessa. Il Fatto Q si è preso la briga di denunciare i binari morti dalla Sicilia al Piemonte ma poi incredibilmente decide che la Sicignano-Lagonegro, che pure ha trattato in un articolo apparentemente pro riattivazione, debba rimanere morta per sempre. O almeno è questo il messaggio che superficialmente emerge dal docu-film “La vita è un treno” con lo spot delle biciclette.
 
Nel convegno svoltosi nella splendida struttura del Mida a Pertosa, moderato professionalmente dalla giornalista Francesca Caggiano, non sono mancati interventi con dichiarazioni imprecise e calunniatore, a cui non intendiamo nemmeno replicare in quanto frutto di supposizioni e non conoscenza della realtà dei fatti. Rispettiamo la proposta della Fondazione Mida sull’uso alternativo del sedime ferroviario ma non possiamo accettarla e condividerla per il semplice motivo che ad oggi è più opportuno convogliare le forze sul nostro progetto di riattivazione, per ovvi motivi, cercando di sfruttare il momento storico in cui abbiamo creato una forte base civile ed istituzionale mai avvenuta prima.
 
Come dichiarato dalla prof.ssa Rosa, “la ferrovia oggi è come un malato in coma, c’è la possibilità che muoia come c’è la possibilità che torni a vivere”, noi stiamo facendo di tutto per salvarla. Progetti come quello del velorail andrebbero proposti solo se malauguratamente per la nostra ferrovia non ci sarà più niente da fare.
 
Chiudiamo con le parole del giovane sindaco di Bella (PZ), che dopo un eccellente intervento dai cui si auspicava la formazione di una rete dei comuni per affrontare i problemi, ha detto che è più veritiero affermare che “il treno è vita” anziché “la vita è un treno”.