Sicignano - Lagonegro, Della Corte a Free Lance News: "Si muova la politica"

Ferrovie dimenticate, ferrovie dismesse, ferrovie che potrebbero mettere in comunicazione territori con territori ed essere una valida alternativa al trasporto su gomma. Tra queste c'è anche la Sicignano - Lagonegro, ferrovia "sospesa" da oltre 20 anni e per la riattivazione della quale è stato fondato, qualche anno fa, un apposito comitato. Con Freelance News abbiamo intervistato Rocco Della Corte, salernitano che vive a Velletri, giornalista, presidente del comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano - Lagonegro: Della Corte ci ha illustrato come è nata l'idea del comitato e perché.


LE ORIGINI - "Il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano – Lagonegro nasce nel 2012 a seguito di alcuni incontri inaspettati ma fortunati - ci racconta Rocco Della Corte - personalmente, legato al Vallo di Diano da motivi anagrafici, avevo letto molti articoli e visto numerose foto della linea e del suo degrado. Decisi allora di frequentare un convegno organizzato in Certosa nel mese di settembre e subito entrai nel clima che si respira intorno alla questione: un tavolo di relatori intenti a spiegare le difficoltà economiche sulla riapertura e un pubblico infiammato, disilluso e indispettito dalle contraddizioni". Nel corso del convegno, l'incontro con altri attivisti: "Fu lì che ebbi l’occasione di conoscere il dottor Rocco Panetta, una persona stimabile e dalla straordinaria e spontanea coscienza civica. Successivamente, dato il mio lavoro di giornalista, scrissi alcuni articoli sotto forma di lettere aperte che spedii e pubblicai sui giornali locali. Li lesse Giuseppe Verga, un altro giovane dalla mente brillante, e mi contattò tramite facebook. Constatammo di avere gli stessi intenti e la stessa voglia di mettere in campo qualcosa per riaprire la Sicignano – Lagonegro. Da lì al comitato il passo fu breve: ci informammo, organizzammo il tutto e inevitabilmente coinvolgemmo il dottor Panetta che da vent’anni si batteva per questa storia. L’obiettivo principale è la riattivazione, ma quello che ci siamo detti è che molto si poteva fare con un lavoro mediatico costante e delle proposte continuate per mantenere alta l’attenzione sulla vicenda e coinvolgere sempre più persone, in qualità di organo ufficiale regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate".
 
UNA OCCASIONE PER IL TERRITORIO - "La ferrovia Sicignano – Lagonegro - osserva, non senza amarezza, Della Corte - è il paradigma del disastro italiano, sia sul punto di vista dei trasporti che in generale da quello sociale. E’ una ferrovia dalle mille potenzialità, non soltanto per la sua vicinanza all’alta velocità di Salerno, ma anche per le zone che attraversa, piene di attrattive turistiche e con un forte pendolarismo interno testimoniato dai pullman da 50 posti pieni. Stiamo cercando di sensibilizzare il più possibile sul fattaccio della linea ferrata valdianese". Della Corte critica la scelta di realizzare nuovi svincoli sulla Salerno - Reggio Calabria, in quanto preferirebbe ovviamente la riattivazione della strada ferrata: "Proposte milionarie per degli inutili svincoli che oltre a cementificare ridurrebbero solo minimamente i tempi di percorrenza. In qualsiasi altro paese d’Europa avrebbero investito sulla ferrovia anche per farsi cofinanziare dall’Unione. Qui si pensa a creare svincoli e gettare colate di cemento anziché salvaguardare l’ambiente. La ferrovia versa in condizioni discrete e si mantiene bene nonostante i quasi trent’anni di inattività. Ovviamente i ponti e le gallerie vanno controllati, ma per le stazioni stiamo lavorando sul recupero con i comodati proposti già dal mese di aprile 2013 e le richieste spedite – i tempi burocratici sono biblici – e in generale il tracciato è integro pure se ovviamente ricoperto dalla vegetazione". GLI
 
INCONTRI CON LA POLITICA - "Abbiamo parlato con decine e decine di parlamentari. Alcuni più disponibili, altri che ci hanno ricevuto per circostanza - riferisce Della Corte - in generale non abbiamo mai avuto risposte concrete, piuttosto delle promesse ufficiali non mantenute. Sarebbe lungo ricordare tutti gli appuntamenti, ma siamo stati almeno tre volte in Senato, altrettante volte alla Camera, al Parlamento Europeo di Roma, al Ministero dei Trasporti dove abbiamo incontrato anche l’ex amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Moretti, senza contare i colloqui privati nelle sedi dei singoli politici. Purtroppo, però, nonostante il vasto coinvolgimento bipartisan non abbiamo nemmeno ottenuto un sollecito o una reazione di sdegno alle cifre dello studio di fattibilità. Miliardi di euro al kilometro, come se dovessero ricostruire una ferrovia da capo con le rotaie in oro e i ponti di cristallo. Tanto è vero che a distanza di un anno ancora non sappiamo se c’è un documento ufficiale aggiornato al 2013 sui costi necessari al ripristino. Basti pensare che alcuni studi parlano di 52 milioni di euro, altri di 400, altri ancora di 250. E’ un balletto decisamente poco professionale con documenti che si smentiscono tra di loro, e la verità dove sta?"
 
PER LA RIATTIVAZIONE - "La riattivazione è un obiettivo ambizioso che stiamo cercando di raggiungere anche tramite una diffusione della cultura della ferrovia in una popolazione ormai disabituata come quella valdianese. Oltre agli eventi in sé e per sé come quello di Padula, siamo sempre presenti alle conferenze sui Trasporti sia in zona che a Napoli, e cerchiamo sempre di conoscere le posizioni ufficiali della politica nelle varie iniziative". Rocco Della Corte aggiunge: "Anche a livello sociale ci stiamo muovendo molto: proprio a luglio dopo aver ottenuto l’autorizzazione abbiamo istituito nella sala d’attesa di Battipaglia un totem di promozione territoriale sulle bellezze del Vallo e la sua ferrovia. Ultimamente si legge sui giornali che la ferrovia spinge per i comodati: è dal mese di aprile 2013 – e abbiamo le email e le lettere per dimostrarlo – che abbiamo spinto tutti i comuni del Vallo a fare richiesta per il comodato della propria stazione. Andai personalmente nel mese di luglio 2013 ad incontrare l’ingegnere responsabile del patrimonio ferroviario al Ministero. Purtroppo anche qui le cose vanno a rilento, ma il nostro Giuseppe Verga è in contatto costante con Roma e Napoli per conoscere lo stato di avanzamento delle pratiche. Una volta concesse, se le amministrazioni manterranno le promesse tutti gli scali verranno aperti con sale d’attese attive e riqualificazione dei piazzali ferroviari. Un bel segno di civiltà".
 
UTOPIA O DISTOPIA? - Il presidente del comitato per la riattivazione della ferrovia, a proposito di una possibile riapertura della tratta, dice: "Le possibilità ci sono, ma purtroppo mi duole dire che sono tutte connesse alle congiunture politiche. La Foggia – Lucera ha riaperto dopo 42 anni, la Torino – Ceres nel 2008 ha rivisto la luce interamente dopo un’interruzione che durava dal 1993. Questo vuol dire che quando si attivano dei meccanismi spinti dalla volontà politica tutto è possibile. In più la Sicignano – Lagonegro è competitiva, ha un tracciato per lo più pianeggiante e non necessità di forti interventi ristrutturativi fatta eccezione per alcuni ponti nel tratto iniziale tra Sicignano e Auletta e per i chilometri finali da Casalbuono a Lagonegro. Se la politica e le Regioni facessero la loro parte non ci sarebbero problemi ed è su questo che spingiamo. Le promesse elettorali sono state già troppe e quindi non se ne parla neanche più tanto sotto elezioni. L’impressione è che la linea possa riaprire quando si comprenderà che bisogna privilegiare il trasporto su ferro a quello su gomma, per ovvi motivi di sicurezza, ecologia e mobilità anche per le persone che non possono muoversi agevolmente. Verosimilmente, però, il treno tornerà nel Vallo quando gli interessi di chi comanda coincideranno con il ripristino dei binari. Lo diceva Machiavelli nel ‘500, senza parlare di ferrovie, ma probabilmente è ancora attuale. Spero comunque di essere smentito dai fatti".
 
INTERVISTA A CURA DI MARCO DE SIMONE PER FREE LANCE NEWS