Apprendendo con favore le iniziative sul turismo sostenibile delle FS in Toscana, il Comitato definisce soldi buttati quelli spesi per l’opera teggianese già oggetto di un servizio al Tg3
E’ di pochi giorni fa una notizia che sicuramente può far piacere anche al Comitato per la Sicignano – Lagonegro, da sempre attento ad inserire la linea valdianese in tutti i circuiti virtuosi che possano portare qualcosa di buono alla causa del ripristino. Mentre si attende che la politica – già sollecitata – si metta in moto per organizzare un incontro con il neo-ministro Del Rio, viene accolta con piacere la conferenza stampa a bordo di un treno storico per la Val D'Orcia volta a presentare un progetto di valorizzazione del turismo sostenibile.
Presenti il Ministro Dario Franceschini, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, l’AD del Gruppo FS Italiane, Michele Mario Elia, l'AD di RFI Maurizio Gentile, l'AD di Trenitalia Vincenzo Soprano e il Presidente della Fondazione FS Mauro Moretti. Questo lusinghiero e itinerante tavolo dei relatori ha come fine e “obiettivo prioritario del progetto – è scritto in una nota ufficiale delle Ferrovie - quello di valorizzare e promuovere, attraverso l’emozione concreta di un viaggio su binari d’altri tempi, l’affascinante scoperta di un territorio, con i suoi incantevoli borghi, parchi, castelli, itinerari inconsueti da raggiungere in treno, da percorrere poi a piedi o in bicicletta, con proposte culturali e artistiche di alto livello”. Qualcosa che il Comitato pro Ferrovia va predicando da tempo, spingendo per un ripristino della Sicignano – Lagonegro che oltre al pendolarismo e al viaggio di necessità potrebbe avvicinare qualcuno oltre che ai luoghi turistici più noti anche ai suggestivi ed indimenticabili centri storici della provincia salernitana limitrofi al binario attualmente invaso dalla vegetazione. Apprendendo con viva soddisfazione che anche dai vertici si è arrivati a concepire un simile discorso e aspettando alla finestra le prossime elezioni regionali, nella speranza che la battaglia per il ripristino non venga strumentalizzata da alcun candidato, un pensiero va anche a quanto trapelato a mezzo stampa per un’infrastruttura del comune di Teggiano. Dopo il servizio di Fabrizio Feo al TG3 sull’aviopista – che incontra scetticismi a destra e sinistra per la sua effettiva utilità e il suo status di opera incompiuta – è emerso che si potrebbero sbloccare dei finanziamenti per portarla a compimento. La domanda è semplice: ma serve più un servizio del genere (quanti valdianesei hanno l’aereo o l'elicottero personale oppure si sposterebbero da Sala Consilina a Polla in elicottero?) o un treno che faccia collegare la terra in cui Cristo non è arrivato (ndr:"...si è fermato ad Eboli", di Carlo Levi) al capoluogo Salerno e di qui al resto d'Italia, con Frecciarossa o Italo? Il Comitato, tramite il co-presidente Rocco Panetta, ha commentato con sano realismo la questione: “La base degli aerei Canadair, anti incendi boschivi, è all’aeroporto di Ciampino e non sarà mai spostata a Teggiano – ha dichiarato il dottor Panetta – e la pista di atterraggio (h24) anche per i voli notturni, delle eliambulanze, serve all’ospedale di Polla, come avviene nel resto del mondo civile, e non, certamente, a chilometri di distanza, come nel caso di Teggiano, in aperta campagna e lontano anche dall’autostrada!”. Sul paradosso il co-presidente precisa che: "l’ANAS, ad esempio, ha costruito una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri sulla corsia sud dell’autostrada tra Petina e Polla. Ancora una volta siamo di fronte ad 1.808.705 euro di denaro pubblico buttati nel wc!” conclude Panetta. E la ferrovia? Quella non serve, meglio che sul binario camminino rovi e animali selvatici.