Quanti pesci d'aprile per la Sicignano - Lagonegro

L’Italia si conferma Paese anomalo, malgrado coloro che cercano di districarsi da questa ingarbugliata matassa gaddiana capace di far venire il mal di testa anche ai sassi. Il mese di Aprile è doppio anniversario per la Sicignano – Lagonegro, ma più che di pesce d’aprile si dovrebbe parlare di pesci in faccia. Il 1° Aprile 1987, infatti, lo Stato decideva di dare ragione per l’ennesima volta ad Ennio Flaiano, confermando qualora ce ne fosse stato ancora bisogno che nulla è più definitivo del provvisorio. E’ passato così il ventottesimo anniversario dalla temporanea sospensione della linea del Vallo di Diano. Il 12 aprile 2013 invece lo Stato decideva di dar ragione a Giulio Andreotti, che affermava come a pensar male si faccia peccato ma spesso ci si indovina.
Corre già il secondo anniversario dall’incontro che il Comitato ebbe con l’allora amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti. Lo studio di fattibilità, fantasma, promesso da RFI non è ancora arrivato, ma tramite gli uccellini – è tutta una fauna, insieme ai pesci d’aprile – sono giunte delle cifre da record che fanno davvero pensare al peggio. Un altro paio di anni e ripristinare la Sicignano – Lagonegro,una linea già esistente, ad un binario, non elettrificata, costerà 1200 milioni di euro, ovvereo quanto la costruzione di una nuova linea, a doppio binario, ad alta velocità! Il Comitato di fronte a questi atti non si scoraggia, restando vigile sulla scena politica e continuando a fare incontri: in attesa delle elezioni regionali in Campania, dove uno dei due candidati prese l’impegno pubblico di occuparsi della tratta valdianese (basta cercare su youtube per riascoltare le sue parole), il direttivo si sta attivando anche per ottenere un incontro con il neo-ministro Graziano Delrio. Braccio destro di Renzi, fu già destinatario di una lettera caduta nel vuoto avente come oggetto la tratta ferrata nostrana, ma nella consapevolezza che non è vero che il lupo (Lupi?) perde il pelo ma non il vizio, si chiederà al titolare del dicastero una dichiarazione ufficiale e dei tempi da rispettare per avere risposte sensate sulla Sicignano – Lagonegro. Ancora nessuna novità sui comodati, tanto per ribadire l’amarezza dell’infinita burocrazia che di mese in mese si prolunga senza fine, ma il Comitato non demorde consapevole che quando si pongono tanti ostacoli – in una situazione così ambigua come questa – vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta. Un appello, infine, va ai parlamentari del territorio: tra le battaglie legittime accolte da onorevoli e senatori, aspettiamo ancora che qualcuno – di qualsiasi partito esso sia – prenda a cuore la Sicignano – Lagonegro, visto che non occuparsene fa soltanto il gioco di chi vuole tenerla chiusa per oscuri motivi. Buona Pasqua trascorsa a tutti.