Il pesce d’aprile per i trasporti su ferro del Vallo di Diano è, da trentadue anni, sempre lo stesso

Il pesce d’aprile per i trasporti su ferro del Vallo di Diano è, da trentadue anni, sempre lo stesso. Correva infatti l’anno 1987, 1 aprile, quando l’ultimo treno percorse la ferrovia Sicignano – Lagonegro.
Da allora promesse sempre meno originali e progetti sempre più fallaci hanno completamente isolato, dal punto di vista del trasporto pubblico, il Vallo di Diano e il Lagonegrese. Se è vero che in Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio, la “sospensione temporanea” della Sicignano-Lagonegro e di tutte le stazioni valdianesi avrà ancora lunga via. Intanto, come è ormai consuetudine, per i cittadini di un’area sempre più estromessa dal Salernitano, arrivano anche le beffe oltre ai danni: apprendiamo dalla stampa che la Regione Campania spenderà due milioni di euro, fino al 2020, per avere sei mesi annui e solo nei week end il prolungamento di una sola corsa, andata e ritorno, del Frecciarossa da Salerno a Sapri. Il Comitato, memore delle tante dichiarazioni sui social e sui giornali, chiede alla Regione Campania quale sia stata la risposta di Trenitalia e Regione Basilicata per avere tutti i giorni dell’anno la fermata del Frecciarossa 1000 a Sicignano, con il servizio bus Freccialink, da e per alcune stazioni ferroviarie del Vallo di Diano e del Lagonegrese. Le domande aumentano, verrebbe da dire, mentre si riducono sempre più le risposte in merito a una ferrovia che continua a non essere considerata, così come vengono presi in giro i cittadini del Vallo sull’argomento.