Oltre a Tommaso Pellegrino, che indicò chiaramente di mettere la ferrovia fra le sue priorità per l’area valdianese, anche Corrado Matera siederà in Consiglio Regionale. Una ghiotta occasione vista la rappresentanza di ben due autorevoli esponenti del territorio in assise per portare avanti l’istanza di riattivazione quanto meno del primo tratto di linea ferrata, quello tra Sicignano e Polla. Infatti, stupisce doverlo ricordare, il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro è nato nel 2012 con un obiettivo: sensibilizzare cittadini, istituzioni e politica in merito ad un obiettivo, quello del ripristino della tratta ferrata del Vallo di Diano. Nonostante sette anni di ininterrotta attività, presenza sui social e sui media, incontri e dibattiti (il prossimo sarà il 3 ottobre), c’è ancora qualche scrittore emergente che si sorprende del fatto che un Comitato nato appositamente per uno scopo porti all’attenzione dei politici, vecchi e nuovi, i problemi atavici. Il problema atavico più che la ferrovia riguarda l’omertà intorno a certi problemi, gravati dalla corta visione e dall’assenza di prospettive per un territorio in difficoltà. Un esempio? Il caro collegamento sostitutivo di Trenitalia da e per Lagonegro, pagato dalla Regione Campania, in coincidenza con gli intercity, pagati dallo Stato, che fermano alla stazione di Sicignano. Sulla ferrovia Sicignano-Lagonegro si abbatte l’avversativo maledetto, lo stesso del “Non sono razzista, ma…” dove il “ma” è preludio ad ataviche stupidaggini. Come quelle che purtroppo ancora si leggono, spocchiosamente, in giro.