Lettera spedita dal Comitato alla Redazione del "Corriere"

Gentile redazione de Il corriere della Sera,
apprendiamo con stupore ma anche con simpatia che in un vostro articolo, firmato dal giornalista Flavio Vanetti, si afferma che “finalmente dopo venticinque anni è tornato il treno nel Vallo di Diano”. Non siamo arrabbiati o indispettiti da questa defaillance, anche perché l’abbiamo subito etichettata come una previsione da realizzare. E’ questo, infatti, lo spirito che anima il Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano – Lagonegro, composto da centinaia di persone e portato avanti da un direttivo composto dall’esperto dott. Rocco Panetta e dai giovani dott. Rocco Della Corte e Giuseppe Verga.
Approfittiamo, dunque, della dovuta rettifica, per ricordare alla nazione un po’ di cose. La Sicignano – Lagonegro, a 70 km dall’Alta Velocità nella stazione di Salerno e situata in un bacino di utenza di centomila abitanti, fu sospesa temporaneamente il 1 Aprile 1987 per consentire l’elettrificazione della Battipaglia – Potenza. Senza mezzi termini, è rimasta lì ad arrugginire. La politica se ne è fregata, nessuno ha mai mosso un dito concretamente per la tratta, nonostante le numerose richieste negli anni da parte delle comunità interessate.
Una generazione di cittadini, giovani, non è mai salita su un treno, es. un Minuetto Diesel (vel.max 130 km/h) conoscono solo le compagnie di autobus, quelli da cinquanta posti (vel. max.80-100 km/h), non idonei per i disabili, per le corse verso il capoluogo di provincia. Far tornare il treno sarebbe il primo vero passo per riportare la civiltà e rilanciare l’economia del territorio valdianese: significherebbe infatti consentire ai turisti di visitare le bellezze del posto come la Certosa di Padula (patrimonio Unesco), il Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte (uno dei due al mondo costruito su una sorgente d'acqua) , le Grotte di Pertosa, e così via; inoltre permetterebbe,finalmente, anche alle persone con ridotta mobilità di muoversi. Infine, farebbe comodo anche agli studenti che si muovono tra i vari centri per andare nelle scuole superiori e, recentemente, a chi deve recarsi fino a Lagonegro per andare al Tribunale, eliminato da Sala Consilina,
l’ultimo sopruso verso il territorio. Queste tre ragioni, unite a motivazioni ecologiche ed economiche, sarebbero più che sufficienti per riattivare il treno. In qualsiasi altro Paese d’Europa la Sicignano – Lagonegro, lunga 78 km, sarebbe aperta e funzionante. In Italia, invece, si lascia marcire sotto i rovi e si permette alle stazioni di diventare edifici decadenti. Il Comitato ha riunito le forze, coinvolto gli enti locali e i semplici cittadini, e cominciato una vasta opera di sensibilizzazione. Con uno scopo: la riapertura della linea senza se e senza ma. Un primo passo è stato fatto con le proposte di comodato d’uso gratuito degli scali della linea per riaprire le sale d’attesa delle stazioni e riqualificarle totalmente: modo per far rivivere binari e luoghi ferroviari pur senza treno. Ma i grandi assenti in questa battaglia sono stati i politici, quelli del territorio in primis: nessuno ha mai fatto una lotta continuativa per la ferrovia, nessuno si è speso concretamente per cercare di avvicinare il Ministero dei Trasporti alla realtà del luogo, e soltanto il Comitato tramite l’interessamento di qualche parlamentare e politico isolato è riuscito a parlare prima con i vertici di FSI (Mauro Moretti, ex amministratore delegato) e poi con quelli ministeriali (Marcello Di Caterina, segretario particolare del ministro Lupi). E’ chiaro che senza appoggi concreti si va a rilento, ma forse per non scomodare nessuno si continua a favorire la lobby del trasporto su gomma, eliminando anche il Servizio Sostitutivo di Trenitalia, lasciando che il tempo continui a deteriorare i binari ormai stanchi di essere vuoti della Sicignano – Lagonegro. La presente, dunque, è un appello alle Regioni Campania e Basilicata, a tutti i parlamentari del territorio nazionale e al premier Renzi, a cui già abbiamo spedito una lettera: interessatevi del caso, venite a rendervi conto sul territorio del disagio presente intorno alla mobilità, e avviate un iter certosino e con delle scadenze per approvare un progetto, stanziare i fondi, appaltare i lavori e riportare il treno nel Vallo di Diano, cominciando dai primi 25 km compresi tra
Sicignano e Polla. Lo chiede una comunità stanca di non ricevere mai risposte, ma solo offese e privazioni al territorio. Lo chiedono dei cittadini, di serie B, che sono stufi di passare davanti alle loro stazioni e vederle preda dei vandali. Lo chiede una vallata che vorrebbe essere promossa in serie A e non sentire sempre le stesse storie per la mancata riattivazione con la mancanza di soldi, quando poi si approvano progetti per due, nuovi ed inutili, svincoli milionari(57,8 milioni) sulla A3 SA-RC che a sud di Lagonegro è un colabrodo. Il tempo delle prese in giro è finito, si attendono i fatti. Il Comitato spera che l’eco ottenuta da questa missiva possa far ricevere l’interessamento concreto delle istituzioni, a cui si lascia il nostro recapito email ufficiale:comitatoproferrovia@gmail.com . Grazie al Direttore e alla testata per lo spazio concesso a noi, non è comune per un grande giornale dare spazio a dei semplici cittadini e lo avete fatto. Vi alleghiamo delle foto indicative dello stato dei luoghi con la consapevolezza che la vostra sensibilità vi permetterà di trovare lo spazio per la pubblicazione.

 
Cordiali saluti e a presto,
Il Direttivo del Comitato