Il video denuncia sul mancato accesso dei disabili alla Certosa di Padula sta facendo il giro del Vallo di Diano, creando indignazione legittima riguardo alle barriere architettoniche che impediscono la fruizione di una delle strutture più belle e suggestive d'Italia.
Contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza, a Paestum il Direttore degli Scavi e del Museo prova personalmente, a bordo di una carrozzella, il nuovo percorso per disabili per sincerarsi che non ci siano ostacoli di alcun tipo.
Due modi differenti di tutelare la disabilità, ma a Padula c'è un problema ancor più grave che riguarda il trasporto: mentre a Paestum, infatti, è possibile arrivarci a bordo di treni attrezzati ed avere assistenza da parte di RFI - secondo la normativa europea per il trasporto delle persone a ridotta mobilità che, purtroppo, non è obbligatoria per gli autobus - a Padula la stazione giace abbandonata dal 1987 e non c'è alcun interesse delle istituzioni nel ripristinare la ferrovia Sicignano-Lagonegro restituendo anche il diritto alla mobilità per i disabili. L'accaduto è uno spunto per riflettere su quanto accade nel Vallo di Diano, molto indietro per quanto concerne dei fatti basilari nel campo dei diritti della persona.