Rassegna stampa: decreto di dismissione e questionario sulla Sicignano-Lagonegro

Sembra sia arrivata la decisione ufficiale sulla tratta ferrata Sicignano-Lagonegro. L'articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano la Gazzetta Mezzogiorno, non sembra lasciare spazio ad ulteriori speranze. 

Sembra infatti che il ministero per le infrastrutture abbia deciso di avviare l'iter di dismissione della ferrovia Sicignbano Lagonegro, chiusa nel 1987 per effettuare lavori di elettrificazione, realizzati solo su una prima parte del tratto, e poi bloccati, lasciando la ferrovia in sospeso per quasi trent'anni.
L'autore dell'articolo ripercorre la storia di questa ferrovia i cui lavori di realizzazione partirono nella seconda metà dell'ottocento con il tratto fino a Sala Consilina completato e inaugurato il 30 dicembre del 1886. Si dovrà attendere il 1892 per veder interamente realizzata la tratta. Un'opera che metteva in collegamento tantissimi paesi con le grandi città e che è stata molto utilizzata durante le guerre mondiali e nella fase post bellica. Tante le storie che hanno attraversato e interessato questa tratta ferrata e tante le battagli che, soprattutto negli ultimi anni sono state intraprese epr cercare di ottenere la riattivazione del servizio. Il titolare del dicastero si Infrastrutture e Trasporti, sembra abbia ritenuto troppo onerose le spese per la sua riattivazione. L'articolo a firma di Pino Perciante, infatti, parla di una spesa preventivata di circa 370 milioni che, per il ministro Del Rio, l'Italia non può permettersi per offrire il servizio a questa parte del Paese. Insomma potrebbe a breve giungere a termine la lunga telenovela che ha riguardato la Tratta ferrata Sicignano-Lagonegro. Un periodo davvero strano per la Ferrovia che era spesso al centro della discussione visto il forte interesse mostrato dalla Basilicata per ottenere la riapertura. Un interesse e un'attenzione che invece dalla Campania non è arrivata, nonostante gran parte della tratta ricade proprio in questa regione. Eppure il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, (https://youtu.be/39mgv28j9bc) pochi mesi prima della sua elezione, nel rispondere ad un cittadino in un'intervista radio, aveva sottolineato come la riapertura della tratta potesse essere un progetto non soltanto fattibile ma che andava realizzato per far sviluppare le aree interne. Sembra ancor più strano che, un territorio che è stato inserito come area pilota per la strategia delle aree interne e quindi meritevole di ricevere fondi destinati allo sviluppo, venga invece definitivamente privato della possibilità di avere il trasporto su ferro. Senza considerare che si è sempre parlato di sviluppo del territorio potenziando i settori del turismo e dell'agricoltura, unici settori su cui puntare. Ancora oggi, però, non è stato però ben chiarito da chi chiede di puntare su turismo e agricoltura, come pensano di far arrivare i turisti nel Vallo di Diano, visti i ridotti collegamenti e di esportare le eventuali produzioni agricole, qualora davvero si possa pensare di realizzare un tale progetto di crescita e sviluppo. "Un brutto colpo - il commento di Giuseppe Verga membro del comitato pro-ferrovia - per chi in tutti questi anni si è battuto nel tentativo di far tornare in esercizio l'antica tratta che potrebbe portare ad avere un ruolo strategico per il rilancio del turismo nel Vallo di Diano" L'articolo conclude evidenziando come la decisione del Ministro possa non essere solo frutto delle spese eccessive ma anche per il disinteresse sinora mostrato dalla Regione Campania, anche perchè il Minsitro non può conoscere le esigenze di questa parte del paese.

  QUESTIONARIO DEGLI STUDENTI DEL POLITECNICO  

IL SERVIZIO DEL TGR BASILICATA