Lettera aperta sulla ferrovia da un cittadino


(spedita a comitatoproferrovia@gmail.com l'08/03/2013) 
Espongo la mia piccola idea ai membri del comitato (e a chiunque la legga) venutami dopo aver visionato un video su youtube (che si può trovare tranquillamente sul blog) il quale mostra l’attraversamento del tratto di ferrovia che va da Galdo degli Alburni, fino a Castelluccio Cosentino (entrambe frazioni del comune di Sicignano), di quattro esploratori il quale utilizzano un bicitreno (un piccolo carrellino che può camminare sui binari ed azionato a pedali come quelli delle biciclette) ed attraversano un tratto di ferrovia che io e molti altri giovani del vallo, non avendo mai preso il treno, non abbiamo mai visto se non attraverso l’immaginazione dataci dai racconti dei nostri nonni e dei nostri genitori che andavano a Salerno o a Napoli a studiare. 

Ho scoperto dei posti che sono unici nel loro genere. Ad esempio il ponte della ferrovia che si vede quando si passa sull’A3, andando verso Salerno, proprio sotto la frazione di Castelluccio Cosentino. Li ho avuto un’ispirazione: ne ho parlato con il mio coinquilino e mio compaesano (siamo di Padula ed entrambi studiamo a Pisa) e ci siamo resi conto che l’idea sarebbe utile sia per i pendolari che per i turisti. Essenzialmente, questa consiste nel ripristino della ferrovia Sicignano-Lagonegro, come da programma del comitato, ma con una piccola differenza: se gli ingegneri che si interessano al ripristino, potessero realizzare una variante della ferrovia nel tratto che va da Polla, fino all’allaccio con il vecchio “bivio castrocucco”si potrebbe accorciare il tracciato di qualche km e, anche i tempi di percorrenza. Il tutto, logicamente, senza far lievitare i costi di ripristino. Inoltre per evitare che questa in futuro venga nuovamente catalogata come “ramo secco” si potrebbe realizzare quello che era il progetto originario: collegare la linea alla tirrenica, ma al comune di Sapri. 

Fatto ciò, resterebbero esclusi alcuni comuni che prima avevano la stazione sulla tratta. Questi sono, nell’ordine di fermata: • Pertosa; • Auletta; • Petina; • Galdo; • Castelluccio. Storicamente, i dati su queste fermate si sono sempre rivelati insoddisfacenti perché lontane dai centri abitati e, a volte, di difficile raggiungimento (ad esempio la stazione di Pertosa che non avendo una vera strada, ma un semplice sentiero sterrato). Nella variabile si potrebbero realizzare 2 stazioni che sono posizionate in maniera strategica ai vari comuni, facendo si che i pendolari di quelle zone possano avere anche loro diritto al treno. 

Nel vecchio tracciato, invece, si potrebbe realizzare questa attività di bici treno che, oltre a mostrare posti molto suggestivi della tratta ai vari turisti, porterebbe anche lavoro. Il biglietto del servizio sarà particolare, perché nel pacchetto ci sarà una guida del posto che spiega loro il percorso naturalistico attraversato e l’ingresso alle grotte alle grotte di pertosa. Concludendo, se si riuscirà nell’intento si potranno creare nuove opportunità di lavoro e di economia da troppo tempo inermi, come lo è da troppo tempo la ferrovia. 

Antonino Di Palma