Perchè serve la ferrovia/2: testimonianza di una pendolare!
Ho preso a Salerno il treno delle 17.38 che fa coincidenza con il bus che parte da Napoli verso le 5. È una corsa che non prendo mai ma quel pomeriggio avevo finito prima al lavoro.
Per cominciare il treno è partito con circa 10 minuti di ritardo, ma ero relativamente tranquilla perché pensavo che il bus attendesse i passeggeri del treno.
Sono dubbiosa se passeremo per Eboli e allora chiedo a un controllore, che mi rassicura.
Facciamo le fermate di Pontecagnano e Battipaglia e i minuti di ritardo aumentano, finchè finalmente arriviamo a Eboli dove io e un ragazzo ci precipitiamo fuori convinti di trovare un autista e passeggeri impazienti per l’attesa. Invece non troviamo nessun pullman, né qualcuno che possa dirci se è già passato o ancora deve arrivare. Speriamo nella seconda opzione mentre tentiamo di ripararci nella stazioncina ma inutilmente perché è un gelido pomeriggio di gennaio e tra le due porte c’è una corrente molto fredda che, tra l’altro, non permette nemmeno di sedersi sull’unica panchina che si trova proprio tra queste due porte!!
Non c’è nessuno dicevo e l’unica fonte di informazione è il cartello delle partenze, che indica il prossimo bus per raggiungere il Vallo di Diano alle 19.42 con partenza da Battipaglia alle 19.30.
Io e il mio fortuito compagno di disavventura, anch’egli del Vallo, allora decidiamo di andare a prendere qualcosa al bar dove almeno potremo stare al caldo (era davvero uno dei giorni più freddi dell’anno) ma dopo un po’ decidiamo di aspettare fuori, speranzosi che prima delle 19.42 passi un qualsiasi bus che ci riporti a casa, anche di una compagnia privata e pazienza per il biglietto… Così passiamo il tempo a chiacchierare e a battere i piedi ma dalle 18 circa fino a alle 19.40 passano tanti autobus ma tutti diretti altrove.
Alla fine siamo saliti sull’agognato bus, questo puntuale, e siamo tornati a casa, ma io una corsa con cambio a Eboli non l’ho più presa!